Stavolta, nelle sale, davvero un regista cinese che fa cinema fa quarant’anni. Già colpiti dall’originalità e pulizia estetica di Jia Zhangke, mostrata sei anni fa, ci siamo fiondati in tre nella intima “Filmclub”, insolitamente gremita. “Generazione romantica” (t.o. “Caught by the Tides”), del 2024, è un affascinante puzzle visivo su amore e rimpianto.
Datong, 2001. Ricordi documentaristici. Immagini e volti, splendidi e vivi. Nei lunghi titoli di testa, la struttura caleidoscopica di cui il regista si rivela maestro. Tra loro, lei. Zhao Tao. La Cine tutt'attorno. A metà, “così vicini, eppure così lontani”. Le Tre Gole, 2006, per quel quantum d’amore. Siamo quelli, noi, frammenti tra macerie. Lampioni del cuore, sul dolore. Aumenta lo smarrimento, affievolisce il mordente. Zuno, 2022. Contesto e raccordo, video e audio, tra schizzi amautoriali. Che bello. Genio o pazzo, Jia?
(depa)
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