Per le voglie di Yasujiro Ozu, oltre a cofanetti, DVD anonimi e restauri, anche i canali digitali possono servire. Da quello targato “RAI”, in proposta alcuni film del grande regista giapponese. “Gallina nel vento”, del 1948, parla della guerra. Della donna. Della città. Così fredda e immota dinanzi ai dolori del cuore.
“Secondo film di Ozu tornato dal fronte” dice la didascalia di “RaiPlay”. Foglie autunnali, la consueta tela sullo sfondo dei titoli di testa, le inquadrature fisse iniziali, che con la consueta delicatezza (montaggio) introducono quei luoghi del dolore e della speranza. “Toni claustrofobici”, vero, ma nei film di Ozu si impreca sorridendo; “non riesco più a compare da mangiare per mio figlio” lo si dice con gioia! Ahah. Vendersi per prendersi cura della prole. Più che Hiroshi, i dolci alla mandorla li ha pagati carissimi la madre, “una stupida” con un’amica ritardataria. Due volte, tre volte umiliata. I sogni interrotti dalla guerra, l’ansia, l’attesa.
Pellicola femminista come una volta, “Cosa può fare una donna?!”. Anche lei la conoscevano tutti, invisibile rottame urbano tra gasometri. Nemmeno le interruzioni di rete ha minato l’intensità di questo capolavoro del cinema classico giapponese, con fotografia (panni stesi…) e interpretazioni strepitose. Tokiko, battuta e offesa. Ma i film di Ozu trasudano la sua fiducia, come lo splendido e commovente abbraccio finale.
(depa)
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