Presso il nuovo "Zapata" di via Pirlone a “Sampe” (GE), è iniziata
la nuova rassegna “Cinema e resistenza” organizzata da "Ghetto People": cinque proiezioni in sostegno alla lotta del popolo
palestinese. Si è partiti con “Al Nakba”,
del 1997, diretto dal Benny Brunner e Alexandra Jansse. Lungo e articolato documentario,
disponibile in rete, che permette di risalire alle radici del sionismo: colonizzazione
etnico-religiosa ai danni di una popolazione da sterminare.
La nascita del movimento sionista, nazismo ante litteram in cerca di “spazio
vitale”. L’appoggio delle potenze economiche. Le criminali responsabilità dello
stato inglese (maestri degli statunitensi d’oggi). Quelle di coloro che si sono
arresi (ma quanto è difficile affibbiare colpe dinanzi ai cannoni puntati). Il
pungolo che Hitler abbia potuto deportare e uccidere milioni di ebrei, assimilando le pratiche genocidarie dei coloni israeliani. “La Catastrofe” del 1948. La nascita
di Israele su lacrime e pelle di 750.000 deportati. La resistenza. Le milizie popolari, i Mista'arvim (infiltrati), il caos. L’accanimento
sui fuggitivi.
Dal libro “The Birth of the Palestinian Refugee Problem, 1947–1949” del
noto storico Benny Morris, “takes the most hotly contested and misunderstood
moment of Israeli-Palestinian history and makes it come alive with intellectual
clarity and emotional impact.[…] Filmmakers Brunner and Jansse bring authority
and sensitivity to a subject too long in the domain of propagandists on both
sides of the divide” (jewish film insitute).
Quattro in sala, compresi gli organizzatori, con l’accresciuta consapevolezza
della giustezza di queste iniziative. Dalla parte degli oppressi.
(depa)
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