Anche lo sfortunato Tony Scott ha una propria paginetta nella storia del cinema. Successi al botteghino, ricompensanti budget elevati, alternati a tonfi economico-artistici, hanno scandito la filmografia del regista suicida. "Déjà vu" (s.i. "Corsa contro il tempo"), esemplificativo della metrica patinata e intrattenitrice che con cui il regista inglese ritmò i suoi film, è un thriller temporale godibile, con Echelon-CIA che muove il joystick.
Tecnica raffinata sintetizzata nello scattante e spettacolare incipit. Dove lo sfoggio del montaggio tutto è impressionante (immagini, sonoro). Mica è chiaro perché attendersi altro da un regista che della leggerezza ha fatto la sua insostenibilità. Maledizione da "Forma senza contenuto" che parrebbe non aver messo in crisi Scott. Anche perché, in piena crisi ottantottina, all'interno degli stessi mestieranti, poteva dispiegare un talento piuttosto cristallino. Poi di carne, sul fondo, ce ne sarebbe. Il controllo, qui percepito nell'ingenua e democratica visione securitaria, da parte di un ristretta, quasi segreta, élite tecno-scientifica. La paternalistica impostazione degli organi di potere nel ritenere le masse imberbi da proteggere, con omissione e menzogna. C'è l'amore, a riscrivere passato, quindi futuro. Per me, un buon poliziesco fantascientifico col rosa sopra, donuts prelibato per i fan dei fast-movie.
(depa)
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