Amore e le more

Dal mare tuoni e fulmini su Zena. Nello "Studio Negri" la calma è mantenuta dalla sensibilità calorosa di Ernst Lubitsch. Il regista berlinese emigrato negli USA, nel 1940 diresse una delle sue "commedie romantiche [più] gradevoli e briose" (da storia del cinema per "Foglio"). Sotto i buffi e appassionati personaggi di "Scrivimi fermo posta" (t.o. "The shop around the corner"), le solitudini endemiche ed epidemiche delle società.
Una storia di un negozio di Budapest, Matuschek!, dove il commesso modello Mr Kralik verrà scombussolato da un flirt per corrispondenza infine corrisposto. Il consueto Stewart spigliato e ironico, in tono mitteleuropeo, tra macchiette efficaci e i freddi e calcolatori rapporti professionali del frenetico Shop. Simpatia ed empatia ben giostrate da Lubitsch. Romantico come Anna Karenina ("by Tolstoj") con un garofano rosso, per scalfire la superficie, verso l'intima verità. Real love, l'amore idealizzato alla prova dell'incontro, della parola, del touch! L'impronta del regista qui è umana e affettuosa come un reggicalze  (il volto di Margaret Sullavan racchiuso nella casella postale vuota), con attenzione alle differenti forme di atomicità individuali: figure diverse ma unite, causa perfezioni illusorie, nel ritrovarsi sole. "Tirami fuori dalla busta..."
(depa)

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