Trance egoistica

Howard Hawks "si avventurò anche nel western", senza dubbio. Lasciando anche orme visibili. Nel 1948, una di queste sortite fu "Il fiume rosso", andata e ritorno, per estenuanti traversate, fughe e inseguimenti disperati, in preda all'ira del proprio ego. Come un baleno su questa terra.
"Texas, 1867", tempi agitati, luoghi dispersi. Lì si trovano John Wayne & Montgomery Clift (1920-1966), per un film "Directed and produced by" il regista di Goshen. Thomas Dunson, tra i più celebri allevatori delle pagine del Far West, è Wayne al massimo splendore. Fascinoso, man mano più rossombroso, spietato buoncristiano, sprezzante dei pericoli ("amiconi indiani" e nemici barattoli), ma sensibile ai sognatori (che, puntualmente, moriranno). Imperterrito verso le pasture del Sud. Oltre il Fiume Rosso c'è il Texas. Ma, dopo una quindicina d'anni, anche la guerra. Via, quindi, per una transumanza forzata di 10.000 buoi per 1000 miglia, la fatica si sentirà. Camera-wagon e frecce infuocate, Hawks si diverte, affascinato dal sontuoso bestiame, non perdendo di vista lo spettro del capitano impazzito, "I will kill You, Matt", simbolo crepuscolare di un padrone che non sa fermarsi. Tra i tanti e bravi interpreti un pensiero a Clift, qui ventottenne al secondo lungometraggio, capace di una simpatia immediata col pubblico. Il riservato e determinato attore, diretto da sole grandi firme, aveva ancora tutta l'energia che perse in quel tragico incidente nel 1956. Claps to You Monty.
(depa)

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