Nel ferragosto solitario, "Cine34" ha proposto una commedia erotica, un classico, ma diretta a sei mani. Tre grandi firme appostate: Nanny Loy (sotto bugiardo "Anonimo"), Luigi Magni e Luigi Comencini per "Quelle strane occasioni", del 1976, rende omaggio alla scrittura degli autori, alla bravura degli interpreti, alle estatiche trance sessuali.
Da un soggetto di S. Corbucci e Rodolfo Sonego, sceneggiato dai due toscani Leo Benvenuti e Piero De Bernardi e lo stesso bellunese, musicato da Piero Piccioni, un divertissement spogliarellista che scopre ipocrisie e morali, queste, sì, sconce. Paolo Villaggio, Nino Manfredi, Alberto Sordi, Stefania Sandrelli. Vero che è un crescendo, e che ci vuole poco. Ma non infierirei, ché "indecente" è la miseria che vi è rappresentata, poco distante dalla realtà vissuta. L'amaro non abbandona l'episodio gabibbo, merito di Villaggio, nel suo sali scendi tragi-comico (dai, "castagnakken, lupinen!"), e di una novella che non perde di vista meschinità sociali e sentimenti autentici. Dinanzi all'"esserci" (trovarcisi!) crollano le morali di cartone. Non privo di una sua tenerezza (il turbato Manfredi), ma bello grèbano, sugli stereotipi del volgo, che tanto distanti non vanno. (molto) Meglio di altri film che girano.
(depa)
(depa)
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