Domenica ricca di "Sguardi d'autore" ("Iris"). Il primo tosto e chiaro. "Michael Collins" (1890-1922), del 1997, del regista irlandese Neil Jordan. Epopea di lotta, tragedia di libertà. Con la politica che toglie slancio, imbriglia, tradisce. Uccide. I volti della società borghese imperialista sono molteplici, a volte finanche sorridenti. Pochi si voltano, risata becchina in una mano e qualcosa nell'altra.
"A Geffen Pictures" distribuita dalla "WB", che si apre sul "1916 la rivolta di Pasqua", coi cannoni inglesi a reimporre l'ordine e James Connelly in barella. "Non è la storia dei 700 anni di resistenza al dominio britannico", ma di Michael da West Cork, nella storia con la lotta (guerriglia, che fa fruttare i fucili). De Valera, primo presidente della futura Repubblica, ha le sue strategie, "Irlanda un dato di fatto, battere l'impero ignorandolo". Ma fuori impazza la bufera, il gigante Mike di Liam Neeson ne ha altre: "Se mi incarcereranno, o fucileranno, chi prenderà il mio posto?!". Ministri del "caos totale". Pellicola interessante (utile) sotto molti punti di vista. Il preteso monopolio della violenza da parte del potere, dei governi. Chi rende l'odio necessario? Winston Churchill assassino per quello che è stato. Sgherro dell'imperialismo, quanto può la retorica borghese. Secco ma con punti amabili dolciastri, gran film, come il miglior whiskey d'Alcione. Uomo enorme Collins, coi piccoli grossi errori degli inizi d'ogni secolo (divise e plotoni trascinano con sé). Ma poter dire "niente rimpianti", rischiare la vita con coerenza autonoma e solidale, valgono ben mezzo milione di persone al feretro (e il macchiavellico De Valera, anche lui!, lo sapeva...).
Limpido, emozionante.
(depa)
"Io non capisco questa schizzinosaggine circa l'uso di gas. Noi abbiamo una volta per tutte adottato una posizione alla Conferenza di Pace [di Parigi], esprimendoci a favore del mantenimento [dell'uso] di gas come stabile strumento di guerra. È una pura affettazione lacerare un essere umano col frammento velenoso di un proiettile incendiario e inorridire nel render pieni d'acqua i suoi occhi per l'uso di gas lacrimogeni.
RispondiEliminaIo sono fermamente a favore dell'uso di gas velenosi contro tribù non civilizzate[4]. L'effetto morale potrebbe essere talmente buono da ridurre al minimo le perdite umane. Non è necessario usare solo i gas maggiormente letali: possono essere impiegati gas che causino grandi inconvenienti e diffondere un vivo terrore senza che essi abbiano permanenti effetti seriamente negativi sulla maggior parte di quanti vengono da essi colpiti". In una minuta del War Office del 12 maggio 1919, l'allora Segretario alle Colonie "Winston S. Churchill" [Martin Gilbert, London: Heinemann, 1976, companion volume 4, part 1]