Quattro righe su "Le colline bruciano", del 1956 (e sottolineo). Così parliamo anche di Stuart Heisler (pronuncia aisler). Regista di Los Angeles, 1986-1979, cresciuto montatore, concluse proprio la sua traiettoria autoriale con questo western dal taglio classico, certo, ma dal ritmo incalzante, buoni interpreti e corpi a corpi da action movie.
Col newyorkese Tob Hunter, scomparso due anni fa, qui agli esordi della carriera. E con l'attrice nata (e morta) Natalie Wood, ad impersonare un altro fiore del deserto. "In Cinemascope...WarnerColor", per un rossetto che si staglia. Sulle musiche del newyorkese David Buttolph (1902-1983), da una sceneggiatura dello chicagoano Irwine Wallace (1916-1990).
"J.J.". J.J. non è più. Johnny, kaput. Quindi Trace Jordon s'incazza. Forse i comanche (ma quanti gliene hanno appioppati?), anzi no, non fumano mezzi-sigari. La vendetta fraterna passa da "Esperanza" ('na parola), nido di scorpioni, tutti di Sutton, in mezzo alla valle.
Avidità di padre in figlio, spietatezza in eredità. I valori della famiglia vengono tramandati. "E invece li avrai tra i piedi proprio se li aiuti". Ottima lezione, meticcia indomita (Wood scatenata). Ahiahi, bacio NO (bollino verde). Tempi serrati da fuga e inseguimento, per una pellicola scattante che non dimostra l'età. Scontri a cavallo e a pugni elettrici, come nel granaio abbandonato e, il gran finale, sul torrente burrascoso (la prima sequenza verrà omaggiata da "Iris" con pubblicità che obbliga il film all'angolo, chapeau). Ok, bacio SI.
Sarà "trito e ritrito", ma trotta e mi ritiro. "The end".
(depa)
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