Tornato François Truffaut. Per la nostra penultima volta, coll'ultimo capitolo della saga che ha accompagnato per una vita, Jean-Pierre Léaud, il parigino classe 1944, e noi appassionati. "L'amore fugge", del 1978, è un abbraccio che unisce arte e vita. Una pacca, senza sentimentalismi, con ironia. L'amore, c'est ça.
"MK2". "Mi rivesto!". Divorzi e souvenirs. Il più bello, Colette. Di nuovo, ancora, sempre Lei. Doinel "se ne va via, non è cambiato". L'amore scappa tra le dita, sale sui treni, tira freni a mano. Sulle pagine del romanzo di una vita, verafinta, si ripercorre tutta la crescita di Antoine. Piccolo grande contaballe, bugiardo compulsivo. Tra ricordi di Balzac e di baci altri, sconosciuti e scioccanti. Racconto leggero come un'avance schivata ("Non mi devi baciare, non, non"). Le espressioni che non l'hanno mai abbandonato ("è morta!"), cui siamo affezionati. Storie di Ex, ché lo siamo tutti, prima o dopo. "Poi si vedrà".
Per chi può e vuole condividere: parentesi raiplay che consiglio. Aria pura senza pubblicità ("Senza chiedere nulla", dicono i mediasettini, dimenticando che ci hanno già preso tutto).
(depa)
Nessun commento:
Posta un commento