A guardare in un certo modo, i quattro film visti al Festival del Nuovo Cinema Europeo (scopro che hanno vinto altri film, meglio così), tutti di buona qualità, potrebbero essere il corpo d'una rassegna dedicata alle nostre società. Quadrum horribilis, con "Cops" (2018) si dispiega il cerchio percorso con le prime tre pellicole. Lo Stato di Polizia contro i propri gregari. Perché è proprio l'umanità che deve essere sradicata, per essere domata. Stefan A. Lukacs, classe 1982, Vienna, Austria (EUR).
"Golden Girls production". Techno Police. Elena si gira all'istante, che sia pentita del forfait? No, non lo è. I titoli di testa echeggiano già rapporti sintetici e digitali. Tra i Berretti Rossi della Wega. Sbirri di classe. Una grande famiglia di assassini. Si va. "Proteggere la gente dai pazzi che ci sono in giro". Ma i pazzi sono loro, quindi si mette male. "Abbattiamo volentieri tutti, noi!".
Persone che arrestano il cadavere appena ammazzato. Tanto il branco di compatterà. "Terribile", sì. E se hai una coscienza, prenderà fuoco.
Impossibile non trovare nei media d'informazione il principale responsabile.
Pistola o coltello (estintore), tutto uguale. Ma la donna non è stupida (incredibile!). E fuggirà.
Salzburg. Coi suoi Hool. Il padre digossino, addetto ai "suoi" ragazzi (forse, suoi davvero).
Tutti sulle montagne russe. Alcuni stanno col giostraio, altri coi bambini. Esauricops (e poi so' cazzi nostri).
Quasi uccidersi, è un po' come morire. E la malattia non c'entra nulla, sono loro. Memorie di uno sbirro, pericolo. Fotografia color divisa e mostrine. Finale leggerino di ISTVAS (Lukacs).
Il film vale perché, meglio del ACAB italiota, offre lo scorcio raccapricciante di queste intere famiglie e comunità, imbevute da Violenza ed Ordine, smarrite tra valori che hanno mandanti con nomi.
Voto: 6 e t'ammazzo.
(depa)
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