Con Michele Lupo, non si dica che il 'Rofum perduri nel suo smarrito delirio. Primo, perché, vi sono testimoni!, sono infantilmente legato al regista corleonese. Secondo perché, l'ego lega i due punti, nei suoi film continuo a trovare sentimenti buoni e non buoni sentimenti. Certo: non basta. Col suo ultimo lavoro, "Occhio alla penna", spaghettone alla chitarra western, del 1981, restò nella memoria dei "Bud Spencer Supporters", non dei cinefili.
Lupo attorniato dai campioni della nazionale, Alabiso al montaggio ed Ennio Morricone alle musiche. "Cla Cla(AVA)", "per un semplice ladro di cavalli". Mescaleros! Tutti contro "Colorado Slim", ché Yucca City sta per diventare un deserto. E lo sceriffo è solo. Bud dolero (?) e stanco, ma pistolero in camice bianco (non sopporta d'esser disturbato a pranzo). "Spalla...quasi cento!". Le sfide culinarie, made in Italy marchiato Lupo. Con nonchalance, sorridendo. "Hands only". Basta?
Non solo pugni, sempre la polare di lealtà e coraggio ben fissa allo sguardo. Ma il "nostro" grande e grosso amico non basta. Il marocchino Amidou (1935-2013, parabola Rabat-Parigi), Montesano dei suoi speroni, un po' "coperto" dal buon Ferruccio Amendola, nemmeno ("I bambini eh..."). Non un gran film. Intreccio telecomandato, grave per il dinamitardo west, e comicità logoretta ("Nessun patto di sangue, solo una trasfusione"; la sequenza del letto...). Vagando per la "Valley", senza cercare, si trova di meglio. Pure la pesante spiegazione finale. Con tutto l'affetto per un must, emozionale appunto, della mia generazione (e della mezza precedente), meglio salutare questa pellicola. Per il regista romano, invece, ancora una ventina d'arrivederci.
(depa)
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