Resta in piedi

Il terzo film visto al "Nuovo Cinema Europeo" ha portato nelle sale cinematografiche, stavolta virtuali, un'altra grande piccola Donna di questo 2020, ancora spagnola, in guerra quotidiana e solitaria contro una Società automatica e disumana. Sara è "La figlia di un ladro". Scritto e diretto, nel 2019, dalla barcellonese classe 1984 Belén Funes, nel 2019: ottimo esordio, con capacità e sensibilità della scafata.
Instillata la necessità di una famiglia, usare il proprio potere per impedirla. Luminosa civiltà. Guerrigliera civil-passiva, resiste coi pochi strumenti concessi. Sara è immersa nella solitudine urbana, armi già spuntate.
Sara, il lavoro, la casa, la famiglia. Niente di nuovo, ma di buono. Con l'ormai classico braccheggio della protagonista, grandiosa la classe 1995 Greta Fernández (Barcellona), la cinepresa tampina Sara in lotta. Per soffermarsi sui suoi allibiti sgomenti. "Per non morire soli". "Ya tengo todo". Lo scazzo in cucina. Disagio umano condiviso, a Girona a vendemmiar, non romantica suggestione (magari a scalzar con beffa veri poveri), ma rabbia da mettere in cascina. 
"Normal, una persona normal". Clinica e morbosa necessità di categorizzare, il flusso vivo cola giù. Secco amaro come gli altri film visti in rassegna, l'affresco è l'apocalisse dei sentimenti. Un altro micidiale Padre Nostro. Ancora una danza solitaria. Tenerezza pianta morta. "Freddezza alla radice, il nulla ti si addice, il tuo cuore ormai ridotto ad una macchina motrice". Gli attimi tra il padre e il grande Martin. Ai bambini, in mancanza d'altro, si dona Denaro. "A' la libertad" è un brindisi alle illusioni. In una bellissima tiepida doccia, il fascino del proletariato che rimane in piedi. La metro è un bollitore, ma Sara sta su, ad ascoltarsi. 
Schizzi di solidarietà, sino all'immancabile crollo. Forse non è innaturale dimenticar una parte di Sé, quando è l'unità-totalità a mancare.
Bravissima Funes. Non calca, ché le ferite son già profonde. "Resterò sola?", chiede/chiude Sara, disvelando quell'intima angoscia che, per tutto il film, ha combattuto scattando e muovendosi. A guardar bene, il padre è solo il primo e l'ultimo dei suoi ladri. "Luego", Sara.
Numeri: 7 e 1/2.
(depa)

Nessun commento:

Posta un commento