Dopo un semestre senza western,
ho recuperato con uno spaghetto abbondante. Per la seconda volta, allora, col
sardo Edoardo Mulargia! “Edward Muller” fuori dal nuorese, che nel 1967, stava
in cucina a servire “Cjamango”.
Con Miklós “Mickey” Hargitay (Budapest 1926-2006). Il saloon è un mondo,
per carrellate e dettagli e volteggi. E poker, dove vince sempre
l’ultimo che arriva (il boss Hernandez). Irrompe sulla scena il bambino
appestato! Ecce Giusva neofascista, missino e NAR, già inebetito dai
racconti fantastici dell’Ovest. La patetica drammaticità che marchiò gli "Spaghetti
Western" riusciva benissimo al regista. Anche grazie alle suggestive musiche di
Felice Di Stefano. Per Manuel una fugace consolazione, ma quale!, appoggiandosi
al seno di “Juanita”, Bella fortunata (l’eroe passava proprio di là…). Nonostante
i goccetti, Cjamango conserva la lucidità, mentre davanti a lui stramazzano
come ubriachi. Ne dà e ne prende, da una parte e dell’altra. Manuel legato
all’esplosivo! La francese, classe 1941, Hélène Chanel/ Stoliaroff profuse qui
una bellezza mozzafiato che non stona, anzi, con l’intrecciotto del
film, il cui schema, alla lunga, può stufare. Ma, Ranger beffardo, 0$, Cjamango
ha trovato un amico…
(depa)


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