Facciate

Non ricordo il motivo
ma. Claude Chabrol era da noi. “A doppia mandata”, dal 1959, per una gelosia materna che non può comprendere un altro amore. Antistruttura, si gira attorno a un delitto invisibile, i colpevoli siamo noi.
“Panoramica” dice Elena. Sì. Ma, come le note del francese Paul Misraki suggeriscono, sul delitto? L’elegante La signora Mortoni si gode il patrimonio. Ma Léda, Antonella Lualdi nel frattempo scomparsa (1931-2023), stravolge tutto. Julie, “plus belle que la patronne”, è nei paraggi (sul finir dell’anno rincontriamo Bernadette Lafont). Bisogna sincronizzarsi a questo film simile ad un teorema sulla borghesia attratta da un sesso sincero. Moglie, rendita, vigne. Suoceri e . “Sì, perché?” (“No, niente”). Due pastis, tra ungheresi…“Bella, desiderabile?” Leda lo è. E lei ed Henri si amano (“Pour-quoi finir?”), sinceri come papaveri rossi (“Tutto si sistemerà”). La rossa. Ad “Aix” per la “rottura finale”, baciamoci! Ora! Camerier, né amici, né partenti, in casa Marcoux. “Sono felice”. “Oh ma spaccagli il muso a Henri, Thérèse!”, irrompe Elena (ma la paghetta…). Leda, che non è una cameriera, è stata ammazzata, diventando un giallo sulla borghesia infatuata. Figlio, primo sospettato. Sarà libero…Passioni represse, Roger finisce tra i sospettati. Omicidio in . L’eleganza spigliata Di Chabrol. Intreccio e stile personalissimi, per nulla hitchcockiano.
(depa)

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