Ridiamoci su

A stretto giro un’altra brezza dall’estremo oriente che travolge gli ennesimi fluttuanti. Dalla parte di Mikio Naruse, stavolta, che, seguendo “Attori itineranti” (t.o. “Travelling actors”), nel 1940, mostrò con ironia la loro precarietà. Non differente da quella di tutti.
Un teatro di Tokyo. Kikugoro, diventato un grande attore, ritorna nel luogo natio. Tutta la troupe fa accorrere i bambini festanti. Poi ci sarebbe…chi fa il cavallo, “Zampe Anteriori” e “Zampe Posteriori”. [inutile vi dica quale sia la parte più delicata] [quando “E’ brutta ma è ben messa” faceva sorridere le cameriere…] Il teatro è in città! E Kikugoro con lui! Scene spassose, con quelle due Zampe, quattro in tutto, che girovagano alla ricerca dell’arte. Cos’ha il cavallo di inimitabile? Eheheh, no. Attori di Tokyo, attori esigenti (uno di certo). Un cavallo vero! La natura che sottrae posti di lavoro! Pellicola leggera, comica e poetica, col regista che si diverte con intermezzi immaginari e dissolvenze fantasiose. “Cosa state costruendo?”, ahah, scoppio a ridere. Effetto transfer quasi completato, con gli sguardi in cavallesco con gli equini ai crocicchi. “Bestie, non attori”, e viceversa. In più, anche l’equivoco dello scambio tra person…esseri viventi. Ma la natura chiama! Splendido.
(depa)

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