Nell’anno della morte di
Alain Delon, il canale “Iris” omaggia il “Magnifico” ripercorrendo la
celluloide da lui impressionata. "Furore di vivere" (t.o. "Le chemin des écoliers") è una delle sue prime apparizioni di ragazzo
irrequieto, pronto a tutto, a troppo. Di Michel Boisrond (1921-2002), che accogliamo con entusiasmo.
Col nostrano Lino Ventura, dal romanzo omonimo di Marcel Aymé. A Parigi,
nell’aprile 1943. Dalle giostre alle ronde, i sogni di adolescenti innamorati
scheggiano in due su una bicicletta sola. Un padre integerrimo (o quasi…), mal
vigila su Baci & Sorrisi. Bisogni & Voglie. Antoine
“dorme a scuola”, ma insonne sprizza energie e progetti (traffici…). Le
scappatelle in Borgogna. Amalgama densa di personaggi. Coppie moderne,
la figlia di lei dalla portiera. Il marito e padre in uno stalag. Ma
dietro ai denti smaglianti può nascondersi un cuore di banchiere. Ci vuole
determinazione, e coraggio (e tempismo!), per “sputare in faccia” invece di
“inghiottire”. Ivette vuole un Antoine libero (di fare i suoi affari). Si
tratta di essere “un vero uomo”, per Antoine. Cosce lunghe di calze al
carboncino (che inquadratura!) e polpacci in bella vista in una regia
sfrontata, che s’irrigidisce dinanzi agli adulti (addirittura il muto
espressionista), ma scatta quando sullo schermo sono i sedicenni. Durante una
cotta si scorda anche la guerra. Ma occhio alle “ultime” guerre dei tedeschi….
Hai capito l’integerrimo! Ottimi dialoghi, tra cui spiccano le rese dei conti
paterne (“un attimo di follia”). Genitori fuori gioco coi figli, di Roma in
sola. “Mi fai schifo!”, dopo tre sberle. “State zitti tutti!”. Il quadro
agghiacciante è interamente scoperto. Tutti coinvolti, ma è pur sempre
resistenza. “Magnifico”, appunto.
(depa


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