Specchi complicati

Novembre assiduo, nonostante il diluvio, alle 18:45 al "City" siamo in sette, per il cinema esordiente della francese, classe 1985, Agathe Riedinger. “
Una ragazza brillante” (t.o. “Diamant brut”) è una buona pellicola su apparenze, omologazioni e costrizioni.
Da Cannes 2024, un décolleté di tutto rispetto. Ma la marsigliese, classe 2002 non esordiente, Malou Khebizi dà corpo altro a questo dramma adolescenziale. Ennesima “Mary”, o altra “Anora”, dice Elena. Una “Florida”, penso io.  Tra i movimenti convulsi, la m.d.p. si sofferma sul volto della protagonista, cuore strapazzato alle prese colla propria immagine riflessa nel mondo. Liane è una diciannovenne cameriera che ha fatto i suoi investimenti. Parlare di valori in tanga. Partecipare ad un reality per mostrare come si è davvero. Promesse alla testa, futuro, supermercati e successo. “Cambiato tre famiglie”. Un passato a dir poco nebuloso. Amici pappa? No, i pregiudizi mentono. Svezzati a “l’importante è che se ne parli”, a “creare storie”, a “essere sexy”. Madri ombra…Ma che conoscono il buio. “Essere amata è un talento?”. Domande lecite, nel marasma sociale, tra i commenti dei follower. Liane che canta in italiano vede solo i casi degli. Canovaccio classico, anzi, no, ma sì. La chiusura inutile se non dannosa dovrebbe essere l’elemento più originale di una pellicola che, nonostante questa defiance, lo rimane.
(depa)

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