Piani fatti

Un altro novembre appena partito che, con Elena, ci fiondiamo al “19 secondi”, aka “Ariston”, per un film statunitense col giusto quantitativo di stelline critiche. Heist movie, anzi Caper, che l’(anti)eroe di “The mastermind” è uno scapperato d’una volta. Come gli anni ’70 del XX° secolo, così ben ricostruiti in questa pellicola dall’ultimo Cannes che ha la caratura in voga tra i registi giovanili. Tecnologia Hi-fi per sensibilità umane, troppo umane, nel nono film scritto e diretto dalla miamiana, classe 1965, Kelly Reichardt.
E, oltre a “Fate tacere i vostri figli!”, chi non avrà pensato al Louvre, a pochi giorni da una delle sue più gratificanti umiliazioni (perché fondata sul Lavoro!)? Jazz tra afro e smooth (Rob Mazurek), c’è da scottarsi, P.T. Anderson nei paraggi. Con un’ottima moglie, liquirizia sempre cortese e disponibile, Terry (baro nato) è però un padre assente. Una vita tranquilla, una rapina quasi uguale. Colpo con presagi, e componenti, infausti, ma l’ideatore deve sporcarsi le mani! Scrittura raffinata (paper plane), ottima fotografia e buone interpretazioni, poggia sul volto esitante del protagonista (l’inglese, classe 1990, Josh O'Connor). Andamento estremamente rilassato che dà tempo alla regia di far ginnastica. Figlio di giudice: le note sono inutilmente sospese… “Sconvolgente!”. Sornione? Ecco un film lento sino a chiedersi “perché?”, con attimi dove davvero non succede nulla. Questo desolante fallimento non poteva che chiudersi con la police di Cincinnati…
(depa)


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