Dall’ultima infornata di DVD dalla teca di Marigrade,
alcuni titoli da cui si evince che si inizia a raschiare il barile. Buena
suerte, quando capitano pellicole interessanti. Come la “La vita è un
fischio”, del 1998, del cubano classe 1944 (!...) Fernando Pérez, qui
al 4° dei suoi 12 lungometraggi. Cuba braccata amava con coraggio per la
propria felicità.
E’ arrivata Bebé! W Benny Moré! Bebé non potrebbe fischiare…ma è armoniosamente
sola, felice, non come L’Avana. Amerà tre persone, per consolarle. Julia si
annoia. Mariana ha paura. Elpido è ferito. Tra le sagge Pontiac avanesi, el
son cubano lascia spazio a note sintetizzate tipiche dell’epoca. Sul Malecón
tutto può succedere, svenimenti e incontri. Nella paura di parole e idee, sexo
y libertad, si giunge ad un 4 dicembre ore 4:44 prodigioso. Sguardi in
camera per un film che punta sul coinvolgimento, tutto sommato riuscendovi. “Falsa
morale” y “opportunismo”: “parlare della verità”. Strapparsi Cuba di dosso,
dinanzi a una madre che non parla. “Giselle” molestata (stalkerizzata brbrb).
Temi nodali, ferite aperte, patologie sociali, non solo nella lunghissima isola
caraibica. Italia-Cuba all’apice negli anni dell’embargo duro, la
solidarietà è anche stilistica. Detto dal futuro, il 2020 non ha visto una
felicità assoluta, nemmeno a La Habana…
Opera apprezzabile, volitiva e creativa (“niente di nuovo” e chi se ne frega).
(depa)
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