Tra i recenti DVD anche “Addio
mia concubina”, film che si pensa osé, invece si fa per Chen Kaige; che, nel
1993, era caldo dietro alla cinepresa. Quelli della BIM Distribuzione puntano,
comprensibilmente, sul nome di Gong Lee, invero non protagonista, che è il
teatro cinese. Affettato, sintetico, epico, insinuante, da “Palma d’Oro”, per raccontare
un’amicizia senz’apostrofo ai tempi di guerre e autorità.La “Banda dei Quattro” (1976) ha fatto sì che l’orchestra non suoni più da
decenni…Era il 1925, periodo strano-a-dirsi di guerra…Il nostro Douzi, Leslie
Cheung (Hong Kong1956-2003), è un figlio d’un casino, cresciuto orfano in una
scuola-collegio-prigione teatrale. Una ragazza ragazzo…no no. Un Farinelli non castrato.
Quindi, repressione fa rima con tensione. Un’ora di teatro tradizionale, poi
irrompe lei, Li, Gong Li, Juxian, l’ambita della “Casa Fiorita”. Ma i fans
sono in delirio per la “Mia Concubina”, tra spade di eunuchi per una pellicola di
diritto (!) LGBT+. Gran personaggio, Xiao Lao (Zhang Fengyi, 1956). Con Douzi/Dieyi
Uniti, nelle lotte, sin dalla tenera età. Alla perdita del figlio emergono le
corde del romanzo (Lilian Lee, 1959). Lo stile rigoroso di Kaige traballa col
peso di un intreccio su di una “malsana amicizia” ricco di zucchero. Piccoli
uomini, teatranti, travolti dall’ennesima Storia Sbagliata. Carrellate
volteggianti, Kaige ce la mette tutta. 1966: un ultimo brindisi all’Arte per l’Arte!
RIP. A sorpresa, poco romantico, ancor meno erotico. Questo è il destino dell’Opera
di Pechino, e non solo: ecce homo (“eroismo e tragedia”).
(depa)
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