Inesplicabilmente

Ottima partenza d’anno, con nuove proposte e vecchie mancanze. L’esordio alla regia di Michael Haneke, del 1989, era tra queste ultime. “Il settimo continente” è il non luogo dove sogneremmo di vivere, se fossimo ancora svegli.

Eh, ho capito

"Oh, Canada" di Paul Schrader.

Tanta fatiga

 "American gigolo" di Paul Schrader.

Kaleydochanté

"Emilia Pérez" Di Jacques Audiard.

Fantasie autentiche

Nelle sale l'ultimo del redivivo Robert Zemeckis. Ma torniamo a "Chi ha incastrato Roger Rabbit?"...

Soldati andati

The hunted – La preda” è un’occasione come un’altra per introdurre il cicagoano William Friedkin (1935-2023) nel nostro “Cinerofum”. Il “regista del male”, scomparso lo scorso agosto, e che vanta Oscar per regia e carriera, in questo caso non innovò nulla, non svolgendo il suo compitino e copiando male dai banchi a fianco.

Ben chiaro nulla

L’anno successivo, 1963, Éric Rohmer proseguì la ricerca sessuale, con qualche bobina in più. Secondo dei “Sei racconti morali” (usi e costumi), “La carriera di Suzanne” ribadisce la vacuità dei maschietti borghesi dell’epoca.

Credere che ma invece

Ma ieri sera, sarà stato il Barbera di Gavi, ci siamo diretto verso l’VIII° arrondissement parigino, dove “La fornaia di Monceau”, affascinante e sorridente, incarna la sbandata, la cotta, la scuffia, più o meno pianifica, proprio dietro l’angolo. Nel 1962, tante idee pochi spiccioli, Éric Rohmer iniziava con ironica letterarietà la sua indagine sociale. Via ai "Sei racconti morali": sono piccoli gli studentelli di città alle prese con la donna.

Calli di vita

Dall’ultima rapina di DVD nel
caveau di Ugo Bassi, mi portai a casa anche “Triplo gioco” (t.o. “The Good Thief”). Neil Jordan ha iniziato a fumare in sala, raccontandomi di un ex-giocatore d’azzardo che, nel 2005, volle farla finita, indovinate!, con un ultimo heist…Carino e, poi, è in saldo!

Imparare

Si avanza nel cinema americano, anche del “regista definitivo”. Newyorkese, del Bronx, ha sentito l’odore della violenza. Nel remakeCape Fear – Il promontorio della paura”, del 1991 (risalita del regista), Martin Scorsese posizionò la cinepresa nel punto d’urto sociale tra giustizia e individuo. La tensione farà scintille, rosse di sangue. Un thriller non solo psicologico…

Arte e amore

Tra i recenti DVD anche “Addio mia concubina”, film che si pensa osé, invece si fa per Chen Kaige; che, nel 1993, era caldo dietro alla cinepresa. Quelli della BIM Distribuzione puntano, comprensibilmente, sul nome di Gong Lee, invero non protagonista, che è il teatro cinese. Affettato, sintetico, epico, insinuante, da “Palma d’Oro”, per raccontare un’amicizia senz’apostrofo ai tempi di guerre e autorità.

Pathé sociale

Col nuovo 2025 chiudiamo anche un’altra amata filmografia. Il Cinerofum mai ha nascosto l’entusiasmo per Elio Petri, da quando nel 2010 impattò nel suo cinema senza attenuanti. L’ultima pellicola del regista romano fu “Buone notizie”, del 1979. La reazione allucinata di una classe alienata.

Represión Amor

Dall’ultima infornata di DVD dalla teca di Marigrade, alcuni titoli da cui si evince che si inizia a raschiare il barile. Buena suerte, quando capitano pellicole interessanti. Come la “La vita è un fischio”, del 1998, del cubano classe 1944 (!...) Fernando Pérez, qui al 4° dei suoi 12 lungometraggi. Cuba braccata amava con coraggio per la propria felicità.

Pronto, t'ammazzo

Come leggete, fioccano i defatiganti thriller televisivi. Un modo come un altro per conoscere Bruce Beresford (1940), regista australiano capace di Oscar e di “successi al botteghino bastonati dalla critica”. Anche se con “
Colpevole di innocenza” (t.o. “Double Jeopardy”), del 1999, l’esponente della "New Wave" australiana può vantare un’ottima “performance femminile”, lo stesso non può fare con la scrittura (intreccio e dialoghi): tagliato con l’accetta.

Crociere d'amore

Il primo dell’anno 2025, ancora un altro tassello finale. Infatti “The New World” chiude per me tombalmente la filmografia di Terrence Malick. Il quarto film del regista di Ottawa, datato 2005, usa parole roboanti per narrare ciò che in ogni luogo e tempo accade. Battaglia per la bella.

Sotto a quei trucchi

Con l'inizio dell'anno si sono chiuse alcune filmografie cui il Cinerofum è affezionato. Tra le quali sta quella di Christopher Nolan, londinese ormai con esperienza trentennale dietro la macchina da presa. Mancava "The prestige", gioco fatale d'illusioni e trucchi, con le personalità che rimangono incatenate e ingabbiate dalle proprie passioni egotistiche. Impeccabile del genere.

Lotte coi brindisi

Cerchiamo di recuperare le recensioni perdute. Ma vien voglia di partire da ieri, da quell’”Anteprima italiana al Nickelodeon”, sponsorizzata nientepopò che da Marigrade. Con "Amerikatsi", del 2022, e la tagline, il regista, classe 1971, ormai più che americanikatsizzato, Michael A. Goorjian, si permette di suggerire al popolo armeno che “La libertà è uno stato mentale”. Come se le vittime dei genocidi, quello del Nagorno-Karabakh / Artsakh (a quando Syunik?), o quello di Gaza, potessero combattere strizzando l’occhio al secondino. L’aria è immobile a tutte le latitudini.

Piccole crescono

Durante le festività cavalcanti l'anno, è gioco forza 4 accogliere senza filtri i suggerimenti televisivi. Vuoi perché perché c'è scritto Oscar, o preferisci perché leggi Elizabeth Taylor (dodicenne!). Anche l'occasione per conoscere...ops rivedere!, Clarence Brown (1890-1987). Ancora l'"Oberdan" di Milano riempiva le mie serate, anno 2013, quando incontrai questo regista del Massachusetts, ricordato per le sue pennellate sul grand e schermo, in grado di esaltare il fascino di paesaggi e personaggi. "Gran Premio" (t.o. "National Velvet"), del 1944, lo testimonia.