Raccoglitori occulti

Chi perde tempo? Famelici sul 2° DVD, stavolta col tipico "d'essai" della collana "CinemaInternazionale", a scovare autori reconditi: di nuovo in sala Negri i toni algidi e acuminati del cinema scandinavo, allora inaspettatamente speranzosi. Ignara d'ogni legge del mercato, l'amicizia attraversa anche la frontiera tra Svezia e Norvegia. Secondo noi, "Kitchen stories" (2003), il terzo lavoro alla regia del norvegese classe 1956 Ben Hamer, j'accuse esplicito, nel suo apparente surrealismo, ai dictat scientisti (positivismo, fordismo, behaviorismo), commette il piccolo peccato di annacquare, anche con devianti musiche zuccherine, riflessioni pregnanti sulle relazioni umane.
1944. Casalinghe svedesi e scienziati. Ma no. Donne in carriera e sinti senza nulla. Per i norvegesi è "robaccia svedese..." e viceversa. Fotografia pastello, tenue e glaciale, scenografia minimalista, di sicuro effetto. Ma, lontano dai toni del cinema nordico apprezzato di recente, il direttore punta sul decrescendo di ritmo e perfidia (crescendo di calore). Smorzando l'incisività della critica (lo spavento sull'abisso) con ironia e buona dose di bourbon. Tra Jeunet e Anderson (Wes), il peggio per me.
"Osservatori", comiche mutazioni echeloniane. Anticipatori dei Google Spia di Amazon Sfrutta, elettrodomestici (cioè noi stessi) ed eserciti e interpol connessi per il sacro e profittevole Capitale della Sorveglianza (sapere è potere). Il divieto di parlare rispettato per Lavoro o Responsabilità, sino all'autorizzazione a interagire (covid). Dopo la liquorosa sequenza della roulotte sul binario, rimpiango i personaggi muti. Basta poco per scaldarsi, agli scandinavi. Ma i "Buoni Sentimenti" sono "merda" a tutte le latitudini.
(depa)

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