Tom Cruise infestante, grandi e piccole sale. "Tom: impossible" è il ciclo dedicatogli da "Iris", mentre nei cinema vaga lo spettro del settimo, ottavo episodio tratto dalla serie TV anni '70 (per me dalla cassetta per AMS CPC-464). Per la celebre saga spy s'è prodigato il firmamento degli autori contemporanei. Il primo della staffetta fu certo Brian De Palma, così a suo agio scivolando furtivamente sui piani sequenza del ginnico agente speciale. Tutto cominciò nel 1996. "Mission: Impossible".
La "Paramount" con un Monviso di aspettative, inizia con una fulminea stangata. Poi parte il jingle dell'argentino Lalo Schifrin (1932), inno dell'IFM (bel covo d'incorruttibili). Ed ecco le care autodistruzioni-in-5-secondi, le goleador esplosive, i travestimenti irriconoscibili, le "radio bussole". Genitori settantenni che grazie a governo e stampa diventano spacciatori internazionali, realistico. Santi gatti in paradiso: le vite di Ethan Hunt sono 8. Incalzante, sempre teso, senza indugio nel guardarsi né Béart. Quindi i personaggi a contorno, degni di fumetti. Max è un tramite cui sorridere per amor di vendetta. I Destituiti! Francia rappresentata anche qui, con Jean Reno perfetto scélérat.
Un conterraneo del regista lo definisce "eccezionale nelle sequenze celebri", come quando il "nostro" è sospeso ad un filo. Non la mia idea di straordinarietà, ma innegabile la capacità di De Palma nel ritmare gli action movie.
Nota da razziatori: "Peggior sceneggiatura che abbia incassato più di 100 milioni di dollari". 'Sti americani...
(depa)
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