Arpeggio per vani caduti

Il terzo DVD dalla Marigrade's collection è della "General Video", che ripropone i grandi classici del cinema internazionale. Come "L'arpa birmana", Leone di Bronzo nel 1956, diretto dal regista giapponese Kon Itchikawa (1915-2008). Un nome da "Bibbia", o da "Foglio", tanto per. Da una novella post-bellica del 1950, celluloide religiosamente pacifista ("Antimilitarista" urterebbe lo spirituale autore) su elaborazione del lutto (dello sconfitto).
Senza Elena, soli, ma coi sottotitoli. Alla sceneggiatura Natto Wadda, prolifica moglie del regista. Poi alle solenni (e perenni) musiche, il compositore Akira Ifukube (1914-2006). Cupa didascalia al nostro ingresso: "Rossi come il sangue sono i monti e le terre della Birmania".
Ricordi vivi dopo la guerra. Come questa storia d'un reparto giapponese in fuga verso la Tailandia (luglio 1945). Il sergente Mitsushima è un arpista, mentre il capitano è un maestro di musica. Tra dissolvenze liriche, la prigionia ("senza idea del futuro") e "La strage del Colle del Triangolo". Un abbraccio di troppo tra occupanti (britannici) e occupati (birmani), ma la mantiene la rotta contro gli effetti della "distruzione caduta sul mondo". La scena del carro di munizioni, emblema dell'unione di comico e drammatico del celebre regista. Pellicola sulla compassione (o simpatia), requiem per caduti di guerra ancora troppo eroici ("Dimenticavamo tutto"). Povero Mizushima, diventato bonzo dinanzi a tanto orrore! "Che motivo avrebbe di non tornare?". Sorprende la lettura finale della lettera: dopo una mezz'ora buona di canti, i coniugi Natto-San affondano il colpo con 2 pagine abbondanti di lacrime. Tutto per dire che "ogni giorno, morti senza tracce".
(depa) 

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