Ipocrisia^2

La montagna turistica, colle sue visioni frivole, mesi fa condusse in sala una pellicola che non avrebbe dovuto esserlo (leggera). Fa quindi trionfale ingresso nel Cinerofum il grandioso e già dimenticato regista delle presentazioni famigliari e degli agenti ritardati, lo statunitense Jay Roach! Nel 2019, il regista di Albuquerque, classe 1957, si circondò di bellezze mature, irriconoscibili, per gridare "Bombshell" (s.i. "La voce dello scandalo"), uno dei tanti episodi tra patriarcato e  capitale negli USA bianchi middle-class.
Film d'inchiesta che fallisce proprio dove non voleva riuscire. Patinato, ambientato in aree contaminate da idiozia cronica, s'incarta, s'impasta nel denunciare ciò che, per essere combattuto, non richiederebbe alcun avvallo di quella legge atta proprio a permetterlo. Il femminismo senza lotta di classe è punto croce. Non è certo sbattendo la porta, come hanno fatto tutte le super top model star presenti nel film, che si cambiano le cose. Ma tirando giù il palazzo. Fuor di metafora: facendogliela "pagare", o rifiutando e boicottando i network televisivi. O altro. Hai voglia a cambiarlo da dentro, il leviatano. Aspetta e spera la critica severa, da chi è intriso di arrivismo e trasuda feromone.
(depa)

1 commento:

  1. La tua recensione completa il film, di per sé piacevole perché ben articolato e ben recitato e anche perché indaga un ambiente che non può non affascinare, qual'é il mondo del giornalismo in TV.
    É vero quello che dici, depa, e sembra che anche Mr Mardok lo sappia, infatti si mette lui a capo della redazione prima di mettere un altro, unica garanzia che non si ripetano altri scandali nell'immediato. Queste donne poi sono tutto tranne che femministe, dire più che altro uomini mancati.
    É vero depa, se fai parte del sistema non puoi realmente combatterlo, ma in America mi sa che é un pensiero troppo "comunista" e allora avanti con i Black Lives Matters!

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