Affari Mondiali

Massimo un anno e Alfred Hitchcock lo devi vedere. Due mesi fa non abbiamo retto, invitando nella "Negri" il suo "Il prigioniero di Amsterdam" (t.o. "Foreign Correspondent"), classe 1940. Intrighi internazionali da Guerra Mondiale, coi dovuti espedienti scenografici, Sir "Hitch" scattante e burlone già vedeva una vittoria avventurosa (Sei "Nominations").
Musicato da Mr "20th Fox", Alfred Newman, e dedicato ai corrispondenti stranieri (sul limes), come Johnny Jones, che "it's so policeman" dentro il volto dello statunitense Joel McCrea. Giornalista ambizioso, non privo di principi, non potrà che innamorarsi di Laraine Day (1920-2007), Greta ante-literam, indegna figlia del Lyer Fisher, pescatore di frodo (ambiente, libertà) che ancora impera. Da ricordare il pietroburghese spaventato dalla Rivoluzione, George Sanders (1906-1972), che  nello stesso anno lavorò in due film del Maestro londinese.
Ironico e spettacolare, la suspense già col marchio AH, è una partita a scacchi da "botta e risposta" serrato, dove gli stupefacenti effetti speciali (ammaraggio di fortuna) contribuiscono a goderne. Alcune gocce di retorica, senza iperipocrisie, prima dell'ottimo finale.
(depa)

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