GATTI MORTI

Dov'ero rimasto con Agnès Varda? Ah, già. A "Le creature", queste minuscole e impreparate generazioni del 1966, zombie zoppicanti sulle proprie fisime di autori (creatori) charmante. L'improvvisazione del caso e il sadismo di certi presunti demiurghi rendono la vita...quello che (non) è.
"Versione restaurata nel 2012" che fa godere del bianco e nero affusolato "Scritto e diretto" dall'allora trentottenne belga. Produzione franco-svedese "pour Jacques" (l'ami Demy).
Un sorriso, il suo. Una mano, la sua. "Le bonheur", ancora lei, poi la velocità e una ferita che non si riassorbe. Violini sinistri. Deneuve essere muto, micia innamorata viva. GATTI MORTI. Sulla "decadenza in ogni cuore", s'affaccia un gioco, una trappola, a scacchi (?): ci siamo dentro. Tasti magici, diabolici amuleti. Grandi Michel Piccoli, come ogni volta nella parte, e Catherine Deneuve, sempre a impreziosire, in una pellicola non riuscita, ancora borghese, quindi "a vuoto".
(depa)

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