Due fratelli

Era ancora gennaio quando imperterriti, nella "Negri" ghiacciata, con Elena raccoglievamo anche le proposte italiane di "Foglio". Arrivando al 1998, incontrammo Gianni Amelio col suo "Leone d'Oro". Flebili  echi neorealisti dalla nebbia, persi nella mancanza di cura e di scrittura. "Così ridevano".
Giuria della "55a edizione": Scola, Babenco, Barts, Bigelow, Hauff, Heymann, Merchant, Sepúlveda, Swinton. Più convinti di noi da un simpatico Mariano siciliano dei giorni andati e suo fratello. Scritto con Gaglianone, Iacolini e Taraglio, vede e narra di schiavi emigranti. Nord-Sud, direzione Capitale. 20 Gennaio 1958. Siamo ad "Arrivi", dove cento dialetti ne fan tutt'uno. Mille voci tra il Duomo di Milano e la Mole di Torino. Solidarietà. Dopo un anno, già gli "Infami" e si balla la Cucaracha (Dei Soldi).
Bassa generale con abissi di dialoghi tra fratelli sul tempo andato e sul denaro. Le tempre evolvono, i ruoli si scambiano. Quasi ci s'affeziona ai personaggi vivi, fratelli mesti ed esaltati, tracciati dal regista catanzarese. Ma è un secondo tempo di paradisiaci Nuovi Cinema prolungato all'agonia. Il cinema italiano definitivamente fottuto. Mangiato dentro dai porci.
(depa)

Nessun commento:

Posta un commento