Stupido a se stesso, Il Cinerofum bazzica anche la commedia sexy all'italiana. Quella più futile, con le firme "illustri" a soffiare sui letti. Per "Sabato, domenica e venerdì", del 1979, un giorno-un autore, nemmeno in tre sono riusciti a tenere su...il baldacchino. Sergio Martino, Pasquale Festa Campanile, Castellano e Pipolo, ma che importa?
Edwige Fenech nel "Sabato" di Martino, con Banfi e Vukotic si parte rapidi, slapstick accelerato, pelata in pericolo, "Topolo" ne vedrà delle belle. Partenza in salita, in sordina, con la smart-home che presiederà, ancor meno accogliente, alla spaghettata che verrà. Ma... Il "pezzo d'ingegnere" è una "provocazione nipponica", tra equivoci, escamotage, silhouette e mazzate. Ma...
Poi vien "Domenica" di Festa Campanile, con Barbara Bouchet suicida d'amore, con qualcuno (Placido) che vuole andare a casa, a dormire, dinanzi alla Bouchet, in vestaglia. L'inverosimile è di casa. Meno erotismo, più comicità.
"Venerdì", di Castellani/Pipoli porta la ventata di Celentano, re del Crazy Horse e la sua Lova Moor (Marie-Claude Jourdain zio fa) tutta da elucubrare. "Tra 1 ora, 56 minuti, 32 secondi". "Non potresti essere più preciso?". La verve del comico milanese illude quasi ("Ahahah. Di dollari").
Tutti finali lieti, davvero senza pensiero.
(depa)
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