Adulti infanti

Il Festival del cinema coreano di Firenze ne ha raccontate tante altre. Tra cui "Più che famiglia" (2020), buon esordio della regista Choi Ha-na, classe 1992 di Taegu. Nella sezione "Independent Korea": recherche e revenche, a maniche rimboccate, d'una ragazza annoiata e determinata, tra parenti buffi e amici di più.
Amore come lealtà, dannato Confucio. Madri non sempre all'altezza, "Non sei spaventata di avere una figlia come te?" (ahaha grande mamma!), una buona dose di ironia permette di avanzare. I discorsi fra nonni e le turbe giovanili. "Responsabilità" (che poi è proprio il contrario), "impegnati di più!". Ricerca che diviene percorso nella memoria e che dà forma ad una commedia intelligente sulle saggezze inattese ("Non ho un padre").  Non quelle dei genitori r-chic ("Spegni la mente...").
Dolce To-Il, la pop-star classe 1994, Krystal Jung, da seguire, da ammirare. [l'"immancabile" rallenti della family extra, in preda alla ricerca, toglie mezzo voto] E non è male ogni tanto vedere che la parte dell'idiota è tutta al maschile. La roccia dei desideri della protagonista non si smuove. Tra tanta immaturità, "finirà male". Saggezza è disertare, non sposarsi. Bella girandola di volti e caratteri(sti), col finale acuto, che giustamente non risolve (un hurrà ben sopportabile), la sacralità del sangue è tutta da dimostrare.
(depa)

Nessun commento:

Posta un commento