Toh, Django. Incazzato Hill, al grido di "Preparati la bara!", becchino senza cappio né collo, atroce vendetta per una moglie persa in modo sciocco. Il cavese Ferdinando Baldi (1927-2007), nel 1968 filmò tutto senza scomporsi. "Viva Django".
Trrriiiilll!..."La Titanus presenta Terence Hill, Horst Frank e [il venezuelano] José Torres nella parte di Garcia" (più l'arrabbiato George Eastman, faccia da genovese Luigi Montefiori). Montaggio di Eugenio Alabiso sulle note dei fratelli Reverberi, altri genovesi: già nei titoli di testa, l'epoca d'oro dei western italiani. Sullo scattante soggetto del senese Franco Rossetti, padrino di Django, vedremo com'è andata. L'eroe sfortunato presiedeva a riunioni ed elezioni di Ambiziosi. Poi il fattaccio. "Devo portare dell'oro, sono con mia moglie".
"I morti sono morti", non v'è dubbio. Prevaricazione e avidità sterilizzano gli animi, pronti a quel tutto che non è nulla. Conosciamo così il regista campano, ex-professore, altro ottimo mestierante, qualcuno direbbe così. Orchestra gli uomini di Lucas, che le suonano e le fanno cantare, poi tampina furtivo l'ottimo vendicatore solitario, di ghiaccio alla meta (non chiedetegli di passarvi la pistola per la canna). Dopo cinque anni, "rimane solo l'odio". Ma gli amici fioriscono, "procuratemi della dinamite" (alla carneficina di carnefici partecipa pure il vecchio Orazio). Malinconia senza lealtà. -"Per chi prepari la fossa?", -"Per te". Ametralladora finale (tutti i cavalli salvi), sulle splendide musiche reverberanti, col volto segnato verso l'orizzonte!
(depa)
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