Cinema relax, ieri sera in sala
Ninna. Dopo “Sabrina”, ecco spuntare un’altra favola moderna che profuma di
cinema d’altri tempi, quello d’autore, quello di Billy Wilder, uno dei più
grandi trai registi e autori di commedie della storia della Settima, che ancora
una volta mi ha deliziato con una sua opera tutta impregnata del suo inconfondibile
tocco: “Irma la dolce”, datato 1963
Un gran ritmo, come in tutte le
opere del regista di origini polacche, scandisce la storia d’amore tra l’ex poliziotto
Nestore Patou e Irma, una donna di strada che in strada c’è nata, cresciuta e
ci lavora. Dolce non è solo lei (interpretata da una sublime e affascinante Shirley
MacLaine), ma anche Nestore, così ingenuo e per bene e così candidamente
innamorato di questa ragazza, tanto da trasformarsi per lei (a dire il vero, abbastanza
casualmente) nel Tigre, un uomo deciso, un pappone senza scrupoli, un uomo che non
ha paura di niente. Ma in realtà è tutta una farsa e grazie all’altrettanto
sublime interpretazione di uno dei pupilli di Wilder, Jack Lemmon, il
personaggio ispira in alcuni momenti ilarità, mentre in altri, appunto,
dolcezza.
La colonna sonora accompagna la
storia per mano dall’inizio alla fine, sottolineando alla perfezione le
emozioni e il ritmo del momento.
Come in tutte le favole, la trama
è abbastanza scontata e i personaggi stereotipati, ma comunque resi
affascinanti dalla mano di Billy e dalla bravura degli attori (anche il
coprotagonista Moustache - Lou Jacobi - è geniale! Giusto far chiudere a lui le
danze.) e qualche evento carino e imprevisto arriva qua e là lungo la pellicola
e soprattutto arriva la sterzata improvvisa, quando meno te lo aspetti, che
tutto sembra rimettere in discussione. La favola quasi si trasforma in una commedia degli equivoci e
l’inevitabile lieto fine arriva con un abile colpetto di scena. Sequenza finale perfetta.
…Quando il cinema di leggero
intrattenimento sapeva anche far sognare.
(Ste Bubu)
Eh sì, hai detto tutto, dolcezza e ironia ben girate, colonna sonora curata, personaggi ben costruiti, intreccio semplice (finale un po' frettoloso) ma che culla spingendo ad avvicinare il ditino alla bocca e stare a vedere...
RispondiEliminaIl solito genuino e scattante Wilder, con qualche flessione affidata, con gran piacere dello spettatore, alla bellezza olimpica della MacLaine. La pellicola a ricordare come continui ad essere che "l'amore è illegale, l'odio no!", attacco sorridente alle mille ipocrisie che non riusciamo a scrollarci di dosso.
Irma, mia esmeralda, yo te amo!