Pura sensasiò

Iris propone, il 'Rofum accetta. Sono Joel ed Ethan Coen, quindi lo fa senza timori. Nel 2009, blog ancora in maculata concezione, i registi del Minnesota realizzarono un film...come da loro. Ironico e intelligente, ergo divertente quanto acuto. Lungo le situazioni forti dell'assediato protagonista, una profonda riflessione sui temi cari agli autori: società (USA) e religione (ebraica), col loro inestricabile groviglio d'apparenza e cabala. Tutto torna, dipende da dove; e dove va. "A serious man".

"Ricevi con semplicità tutto ciò che ti accade" (Rashi), pare consigliare al protagonista, la citazione iniziale della pellicola. E devo dire che, questi, ce la metterà tutta. Ma prima un incipit a parabola yiddish, con la potente ironia dinanzi alle percezioni, tipica del dybbuk, autentiche roulette russe. Quindi, introduces, la voce di Grace Slick, già mi sciolgo. Qualcuno da amare, può bastare, la vetrina è ormai vuota.
I dettagli curati dei due Fratelli ne mostrano tutta la maturità. I gesti di ciascuno raccontano parecchio dei personaggi e, ancor più, il loro contesto. E qui, il contesto, ha la sua bella responsabilità, che nessun caos può eliminare. Quando "il bel guaio" è nostro, le cose cambiano. Ma di brutto. Tipo virus che sporca il giardino.
"Pura sensasiò, molto incerta". Memorabile l'orientale che rivela, con mix partenopeo-carotoniano, come non tutto sia come apparecchiato. Giorni normali scossi da un campanello, assediati da un'antenna, stravolti da un corpo di donna (mica da tagli alla sanità). Quanto è sottile il filo su cui poggiamo. Povero Larry ("...sei faceto"), ma che risate vederlo affossare dai propri cari.
Parabola sull'ipocrisia, anche. "Scontro culturale!" (ahahah!). Il principio di indeterminazione dovrebbe rilassarci o scatenarci, invece stiamo (forse ha ragione il rabbino Scott). Un'urgente drammatica richiesta d'aiuto, una domanda fondamentale. Senza risposta. Perché posta alle persone sbagliate? Perché inutile? I Coen spostano i tarocchi, giocando su simboli e sorte. Splendida magia, quando gli strani divengono i normali. Anzi, i migliori (che, come d'uopo, se ne vanno). Slick e Kantner. "Quando la verità si trasforma in falsità e hai perso ogni speranza, tu, cosa fai?". Fai il bravo, parrebbe, guardandosi attorno. Cerchio chiuso.
Oltre alla catastrofica quindi finalmente aperta conclusione, da sottolineare le interpretazioni, in primis quella dello sgomento esasperato californiano classe 68, Michael Stuhlbarg (chissà un duetto con Phoenix).
(depa)

1 commento:

  1. Mi ricorda nelle dinamiche della trama "L'uomo che non c'era" di qualche anno prima, con un personaggio principale meno schivo e fatalista, che lascia giusto una piccola parte a Dio, quasi di controvoglia, vista anche la risposta (fantastico il colloquio col giovane rabbino), per il resto Larry ci prova e ci riprova, ma la vita e le persone alle volte sono proprio strane e i fratelli Coen sanno decisamente come raccontarlo.

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