Un passo indietro, uno avanti. Ieri sera in sala Valéry, dopo quasi due anni, è tornato Alfred Hitchcock. L'occasione è stata un intrigo sempre internazionale, ma non quello, ambientato nella crisi missilistica cubana del 1962. "Topaz", del 1969, con spolverata del rosa che muove il mondo, si aggira ginnico nei turpi tunnel di tutti (o quasi) i servizi segreti nazionali.
Oeh, non scherziamo. Questa pellicola, appartenente al periodo "Universal" del regista, è un meccanismo dall'ingranaggio perfetto. Gioiello d'ingegneria cinematografica. A ricordare che un bestseller per trenta settimane, se non tradotto in sceneggiatura d'oro (Samuel Taylor, USA 1912-2000), a sua volta tenuta a bada da un regista che maneggia da maestro "autocompiacimento" (chissà, però, quel duello finale, poi scartato, allo stadio di football...) e macchina da presa, non porterebbe a un Cinema così solido. Sir Hitchcock, quindi, ottimo orchestratore, con "tutti quei francesi, cubani, russi che parlano inglese", poi "direttori della fotografia inglesi e attori canadesi, scandinavi e spagnoli"), pur con quest'effetto imperfetto, di retorica democratica, comunque ideologica, di topoi un po' logori ("Perché sono nero?", -"Niente discriminazioni a Cuba"). Accettiamo, accettiamo! L'unico "compromesso" che accettiamo!.
Tratto dall'omonimo romanzo dello statunitense Leon Uris (1924-2003), basato su uno zaffiro reale (l'affaire Martel, name code of Anatoliy Golitsyn, sovietico che tradì col camerata francese Georges Pâques), narra di giochi di specchi, sguardi di sbirri, flash di spie (servizi segreti, traditori, infamuni, come vi piace) e notti bollenti. L'anticastrista Juanita de Cordoba è la mente, la causa, la causamente, dell'intrigo franco-cubano in una notte di guerra fredda. Ma galeotta fu la pagnotta. E resta l'inquadratura dall'alto sulla morte di questa regina di scacchi nera, viola, violanera, abbattuta.
Impreziosito da Michel Piccoli e Philippe Noiret, questo ritratto del traditore morto mi pone, ancora una volta, contro di te, Alfred. Altro che "sfortunato" e "vero disastro": "Topaz" è forgiato...come Fidel Castro. Yo.
(depa)
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