Color d'amor

Frutto degli ultimi annaffiamenti agostani, un "DVD dell'Internazionale" rapito a Marigrade, permette di addentrarci nella fugace e volitiva "New Wave" cinematografica tailandese. "Le lacrime della tigre nera" del regista Wisit Sartsanatieng, classe 1963 di Bangkok, è una bizzarria inaspettata: tra parodia e tributo al cinema d'ogni dove, e genere, ci ritroviamo infatuati delle sue intensetenui variegate suggestioni.
Dai titoli di testa, si prospetta un melò curato nei dettagli: didascalie retrò, fotografia sgargiante...Vedo Elena che storce il naso...Le ricordo di insistere, provando a sintonizzarsi sulle acute note della multiforme pellicola. Ma non può essere tutto Wong, non reggerebbe nemmeno. Per cui si balza alla stilizzazione, della vita e dei vivi. A Bong Pla Ma il gioco del destino ha inizio...con la solitudine che porta ricordi. Come laghetti sotto foglie di loto...come "Il Chiosco dell'Attesa della Fanciulla"...Storia d'amore spezzato, diviso, quello tra Rumpoey e Dum: crescere e soffrire. E ciò che sembrava speziato e indigesto, si rivela una ghiottoneria per gli occhi. Più di un "western super-stilizzato che omaggia il cinema d'azione Thai degli anni 1960-70". Gli sguardi di Leone, l'ironia di Tarantino, le scenografie di Ford: un viaggio nel cinema. Che poi, Kar-Wai c'è (ceneri rosse e viola), come Anderson meglio inteso. Morti ammazzati, pistole fumanti: tutto per amore [Ha ammazzato il nano!] Lunga sofferenza da tramutare in felicità, per chi ce la fa: un pensiero va alla protagonista, Stella Malucchi, attrice italo-colombiana dalla bellezza missmondiale, questa un'altra pellicola thai all'attivo, entrata in sala parto nel 2010 e finita senza gambe per iperparatiroidismo...
Storie nelle storie, i film son già favole. 
E, alla fine, anche Elena s'è ritrovata col nasin' disteso. 
(depa)

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