Rimpianti volanti

Tempi di recuperi estivi. Nella mezza manciata di pellicole sfuggiteci quest'anno, c'è stata "Past Lives" (2023). Pollice in su da Marigrade, mi ritrovo nel cortile del "Ducale" con un paio di cuffie in testa. Come se i dogi dormissero ancora. Vabbè, l'esordio alla regia della sudcoreana Celine Song, classe 1988 emigrata in Canada, convince per cura e delicatezza. Sballottati dal capitale in veste di "impegni di lavoro" e "realizzazioni", ecco grandi amori che fermentano in rimpianti autobiografici.
Andrea Occhipinti a volte ci vede. Si parte in veste Nouvelle Vague, tra ipotesi sussurrate e sorrisi abbozzati. Chissà, rivediamoli quei due, da "24 anni prima". Fu amore subitaneo. Tradito dai "grandi", sull'asse Corea-Canada. Quanta leggerezza nello sradicare, a migliaia di KM, volando poi!, una persona dal suo luogo. Lui, mai così incazzato da diventar scortese, è rimasto così sino alla leva e oltre. Dodici anni. Nei quali "imparare a non piangere", perché non importa a nessuno. Un riferimento è proprio quello "Spotless" che conquistò tanti cuori scassati. Una storia di birkenstock tra provvidenza e destino. Tra In-yuan, Grand Hotel e alette di pollo, in una bella NY temporalesca. Di 12 anni in 12 anni, l'amore se ne va a cavallo della vita. O su scompartimenti lucidi e traballanti. Tenero pulcino di 30 anni, lui, "un tipo ordinario". Lei, con un irrisolto conflitto con tutto ciò che "è coreano"...
Sul rimpianto, anche di non aver pianto. Scarta con astuzia, ridicolizzandoli pure, alcuni vetusti topoi, poggiando fino al bel finale, imprigionato quanto liberatorio, sulle ottime prove dei due protagonisti, sulla rarefatta fotografia dell'antiguano, classe 1988, Shabier Kirchner, così come su musiche e sonoro (coi silenzi mai totali). Aveva ragione il dito di Marigrade.
(depa)

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