Il lavoro uccide

Un inatteso DVD della rediviva "Anonima Santa Brigida" permette di darci una botta con Ridley Scott. La prima è fragorosa. Col "Il gladiatore", del 2000, il regista londinese tornò alla sontuosa spettacolarizzazione. Da un soggetto convincente, un peplum kolossale che fa brillare gli occhi, tremare i timpani. Tra i più riusciti di Scott Sr.
Le musiche antiche, da epoche che l'autore bazzicherà. In Germania, un generale, condottiero di punta, guarda i passeri. Sino a quando "Non c'è nessuno da combattere, Cesare", tranne il Commodo innamorato. Massimo Il Grande ebbe una consecutio con Lucilla sorella di Commodo figlio di Marco Aurelio. Quest'ultimo all'ultimo parlava di "ridare il potere al popolo e combattere la corruzione", come pentastellati.
Film intensamente drammatico e spettacolare, avanzerà con ogni mezzo verso la vendetta. A Zucchabar! Capito l'andazzo, dopo 50 minuti, non resta che godersi lo show. Sonoro. Sonore mazzate. Illusioni, tradizioni, stessa roba. "Gladiatores violentia". Dialoghi efficaci, che alimentano l'Avventura di quest'epopea di un gladiatore, detto "L'ispanico!". Massimo Decimo da Meridia "conquista la folla" (pompa-la sta folla). "Una storia che colpisce". Il duello tra le tigri è subito un must, giusto tributo ai due interpreti, l'affermato Russel Crowe e il rampante Joaquin Phoenix, e non solo (l'ultimissima prova di Oliver Reed). Così è il potere, mai ad armi pari (sarebbe terrorismo). Certo che vien voglia di vedere...
(depa)

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