Ieri sera era proprio da distopia. Manco a farlo apposta, che il canale TV Iris, all'interno della rassegna "L'altra dimensione", presenta una pellicola di culto pei miei coetanei: "Mad Max - Interceptor" (1979) del regista australiano George Miller, classe 1945. Evitata sinora, mi è toccato ammetterne l'atmosfera tangibile e coinvolgente, senza però unirmi alle grida disumane dei furiosi.
Ha detenuto per una ventina d'anni il titolo di campione di ricavi. Potendo contare su attori raccattati lontano da Hollywood, ma che vi avrebbero messo casa (Mel Gibson per nulla indimenticabile), su un'ambientazione pre-apocalittica dove le rette infinite di strade deserto fanno tutto il loro compito. Thriller, soprattutto a motore, e Horror quando c'è da attraversare la collina (giusto un bagnetto rilassante). Con strade e mezzi così, velocità e ritmo diventano protagonisti. Oltre ad atmosfera e ambientazione, che non è quella post-nucleare che ti aspetti, ma semplicemente una situazione di degrado, tutto lasciato a scatafascio nei pressi di Anarchy Road da qualche parte in Australia, le musiche di Bryan May. Punti deboli, su tutti i dialoghi approssimativi, nessuna riflessione altisonante, ma grandi grida di violenza o di vendetta. D'altronde anche il plot impalpabile, da western di vendetta senza pretese, non aiutò.
Per Miller, MadMax, il maialino Babe, e gli altri suoi film sono legati da un filo. Proveremo a seguirlo.
(depa)
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