I fantasmi di Giulietta

Arrampicandosi lungo la cinematografia incantata di Federico Fellini, si può riposare presso il panoramico e intimo piano di "Giulietta degli spiriti" (1965). Dove una donna, si dice, si affacciò sul proprio abisso, scorrendone tutti gli spettri, sino a ritrovarsi nello specchio.
Thanks to "The criterion collection" and "Janus Films" (USA), per aver coccolato e riavvicinatoci questo grandioso film "Ideato e diretto da" Federico Fellini". Soggetto suo e di Tullio Pinelli. (R)Rizzoli protegge il tutto.
Come per somma stregoneria cinematografica, puf, siamo nella rarefatta atmosfera felliniana, nelle sue gioiose danze macabre. "Amore per tutti", tsz, tra i fantasmi di Giulietta. Palloni gonfi, scoppiano; peperoni e Tuc-Tuc (scappano). Magia, sogno, follia. Circo. "Di illusioni si può morire", quindi nell travagliato swing delle "Ore segrete e zone d'ombra". 
"Dev'essere orribile essere feticista, per un russo poi!". Ffff, fa caldo. Bollente Sandra, pericolosa Venere di Tunisi, Salvatrice Milo, Elena dei sogni, ciò che è e ciò che non si è. FFfff, mantide pericolosa, pantera nera, Nubile Allegra, morire tra le sue braccia. Civetta oscura, addormentarsi alle sue ombre.
Ipnotico tra veli e cuscini caleidoscopici, Elena nella Valéry traballa, fermo le immagini e sono tutte a colpo sicuro (la cura si staglia). Solitudini pietrangeliane, vuoti antoniani, "conflitti con desideri e delusioni". "Paura di rimanere sola?", - "Di essere felice". E' un gioco pericoloso, più reale di quanto non si creda: è la vita. E la mamma, tantomeno, può essere d'aiuto.
Ultrapiatti futuristici, marrazzi fucsia e blu, scenografia e costumi "a mille" (Burchiellaro, Gherardi, Ricceri; Parmesan, Marussig), luci, colori, il tutto sulle scattanti note di Nino Rota.
Non riesco a spiegarmi la severa critica di allora, se non con quella straordinaria media.
(depa)

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