
Sul piano puramente cinematografico (Soderbergh è un regista), ho trovato molti punti positivi, nessuno negativo. Il taglio scelto è quello documentaristico, con continui flashback che ci spieghino un'evoluzione che divenne "ri", che restituiscano la continua riflessione, l'incessante studio sulla situazione politica ed economica del popolo cubano e mondiale. C'è anche una narrazione più classica, direttamente sul terreno di battaglia, tra le montagne ora verdi ora arse della Sierra Madre, vero fulcro degli equilibri politico-militari dell'isola cubana. La storia è nota, tutti a studiarla. Il film di Soderbergh fa anche questo, stimola ad approfondire, a farsi una propria idea, a ricevere gli accenni di una personalità ampia quanto la libertà e la giustizia, che richiede molto più delle due ore di pellicola. L'anima guerrigliera e giusta di Fidel Castro, di Camilo Cienfuegos interpretate con realismo, serietà e cuore. Benicio Del Toro bravissimo ad avvicinarsi a tal figura, impossibile fare di più. Scenografia, attenzione strategica (altro che "guerra lampo"), ricostruzione dei documenti storici (le esplosive quanto vere dichiarazioni del Che, di fronte a potenti e servi della terra), tutto contribuisce a rendere questo film appetibile per tutti coloro che vogliano scoprire come 80 persone nel liberarono miliardi, imperdibile per chi, se si dovesse mai fare uno sciocco tatuaggio, sarebbe col suo volto di heroico.
Sala Uander rivoluzionaria.
(depa)
Sala Uander rivoluzionaria.
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