Settimana scorsa, in sala Uander, esperimento di Woody Allen. Il regista diNew York classe '35, nel 1966 si sporcò le mani tutte, impastando una pasta di celluloide al gusto frizzy pazzy, scoppiettante, dolce, senza senso: "Che fai, rubi?" (originale "What's up, Tiger Lily?") è il risultato della sua prima "ragazzata".
Esercizio il laboratorio nemmeno tanto originale, dato che giò "Via col vento" fu realizzato con attori giapponesi, che interpretavano agenti segreti in incognito, doppiati successivamente da attori statunitensi, sovrapponendo infine i dialoghi di una commedia rosa (!?) alle immagini di una spy-story.
James Tokyo è un vecchio marpione che la sa lunga ("Vive su di un pezzo di carta?!"), per impossessarsi dell'ambita ricetta per l'insalata di uova, ha a disposizione una collaboratrice per cui non esiste mission impossible ("è riuscita a recuperare anche la sua verginità persa da tempo"!).
Woody, come un bambino ispirato e scatenato, gioca di doppiaggio e di montaggio, regalando sorrisi allo spettatore ("Io mi commuovo ai matrimoni!"). Divertissement tributo alle infinite fantastiche possibilità da/di imprimere su quel nastro. Riuscendo pure a rendere avvincente questa rincorsa senza senso, sorprendendo sé e il pubblico più scettico, il quale si ritrova ad apprezzare i colori accesi, il montaggio creativo e i colpi di scena di questa pellicola che fu "La chiave delle chiavi" di Kizi Kizino e che divenne la chiave dei chiari (di uovo) di Woody...e di chi se no?
(depa)
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