Week-end di
trasferta torinese e, nonostante ciò, venerdì notte ho avuto anche la voglia e
la forza di guardare un filmetto. L'ora era indecente, ma Totò con la sua
interpretazione di uno de “I due colonnelli” (1962, regia di Steno) mi
ha tenuto sveglio fino alla fine della medesima pellicola di cui tutti mi
avevano sempre parlato molto bene e che, tuttavia, non mi ha incantato, seppur
ha sicuramente i suoi motivi di lode.
Soprattutto
l'interpretazione di Totò del Colonnello Antonio Di Maggio è impeccabile,
divertente e offre spunti di riflessioni sulla guerra e su come essa distorca
le naturali tensioni umane. Mitica è la sua risposta (che ho usato come titolo
della recensione) all'affermazione del nazista che “fa presente” di avere carta
bianca, come mitica è anche la scena nella quale lui e il colonnello inglese
Timothy Henderson (Walter Pidgeon), impegnati nell'alterna conquista sia di un
villaggio che di una seducente fanciulla, ballano e cantano “Funiculì funiculà”,
imbriachi marci alla faccia della guerra che li vedeva nemici. Ma
ancora più esplicita, in tal senso, è la battuta di Totò con la quale, dopo la
caduta di Mussolini e dopo aver gridato e battagliato per lui con forza e
determinazione per anni, afferma candidamente la sua felicità per non essere
più alleato con i tedeschi ed esserlo con gli inglesi, "perché più
simpatici"...
A parte questa
leggera, ma pungente denuncia a favore del pacifismo, l'umanità e la
solidarietà, la pellicola viaggia ad un discreto ritmo e, tirando le somme,
offre una parodia della guerra e dei nostri connazionali impegnati a
combatterla che risulta divertente grazie a un grande Totò capocomico da 10 che
fa quadrare il bilancio, facendole ottenere, a mio giudizio, una discreta
sufficienza, ma nulla più.
(Ste Bubu)
Eh ma se non ti ha incantato un motivo ci sarà...
RispondiEliminaE' un po' deboluccio, per la semplicità sia dell'intreccio (ma si sa che se ne potrebbe anche fare a meno), sia dei dialoghi, le battute non sono "scattanti", ma un po' ingolfate, incapaci in ogni caso di rallentare l'espressività di Totò.