Terzo appuntamento in sala Ninna col regista, sceneggiatore e attore napoletano Massimo Troisi. "No grazie, il caffè mi rende nervoso" (1982), diretto da Lodovico
Gasparini e che ha come protagonista Lello Arena, è il secondo film nel
quale Troisi compare sul grande schermo. Massimo fa solo qualche comparsata e grazie ad esse si vivono gli unici momenti piacevoli di questa pellicola decisamente mediocre.
Il
1982 è l'anno successivo all'esordio cinematografico di grande successo
di Troisi con "Ricomincio da tre" e l'amico e spalla Lello Arena,
partecipando alla stesura del copione e recitando il ruolo da
protagonista di questa pellicola, decise evidentemente di provarci anche
lui a sfondare come "primattore" e Massimo non negò di dargli una mano
mettendoci la faccia, ma il risultato è stato comunque molto scarso.
La
trama narra di una coppia di giornalisti de "Il Mattino", lo svogliato e
pauroso Michele Giuffrida (Lello Arena) e la curiosa e intraprendente
Lisa Sole (Maddalena Crippa), che si mette alla caccia di un terrorista,
tal "Funiculì Funiculà", che minaccia di uccidere tutti quelli che
avrebbero partecipato al Primo Festival Nuova Napoli, ossessionato dal
fatto che Napoli fosse bella così com'era e non andava cambiata, come si
capisce dal nome, idea opposta a quella del festival.
Una
commedia vagamente colorata di giallo, nella quale però non si ride, nè
tantomeno si sta sulle spine e anche il finale è abbastanza banale e
scontato. Probabilmente la storia voleva essere anche un inno alle
tradizioni e alla cultura napoletane spesso bisfrattate e malviste,
soprattutto dalla gente del nord: altro tentativo fallito a causa della
pochezza del film.
Regia elementare e musiche spesso un po' fastidiose, visto che atte a enfatizzare emozioni che però non si provano.
Le
uniche note liete sono la decisamente divertente scena in cui Troisi,
che nel film interpreta sé stesso in quanto partecipante al festival e
minacciato di morte da Funiculì Funiculà, finge di strangolarsi da solo
per riprodurre i versi che farebbe e capire così se le due guardie del
corpo avrebbero sentito e sarebbero quindi intervenute, e i validi e
altrettanto divertenti dialoghi che, preoccupatissimo per la sua
incolumità, sempre Troisi, ha con il commissario Barra (il bravo Carlo
Monni). Troppo poco.
Purtroppo,
a causa della sua prematura scomparsa, la filmografia di Massimo Troisi
è formata da soli 12 film e, in questo mio "viaggio" alla sua scoperta e
conoscenza, mi sembra di conseguenza doveroso guardarli (e recensirli)
tutti, ma il consiglio su questo film che dò ai cinerofumiani che
vogliono intraprendere il mio stesso "viaggio", concludendo, mi sembra
ovvio e scontato: saltatelo a piè pari e non abbiate rimorsi!
(Ste Bubu)
Mi pare di capire che ti sia piaciuto. Lo recupero subito, allora!
RispondiEliminaBravissssssimo! Mi fa piacere sapere che i messaggi delle mie recensioni arrivano forti e chiari!?! :)
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