Un fiore per la pace

Ieri sera ho rivisto un film al quale mi sento molto legato per i contenuti e gli spunti di riflessione che offre sulla causa palestinese, e non solo. "Miral" è un film del 2010 diretto da Julian Schnabel, tratto dal romanzo autobiografico "La strada dei fiori" di Miral di Rula Jebreal, che ne ha anche scritto la sceneggiatura. Il film è stato presentato in concorso alla mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia del 2010.
Quando due anni fa vidi per la prima volta questo film, rimasi molto colpito da come la storia dell'occupazione dei territori palestinesi, una delle pagine più terribili di sempre, e tutto quello che ne seguì fino all' accordo di Oslo del '93 (ad oggi mai rispettato), venisse mostrata (finalmente) da un punto di vista che purtroppo viene proposto molto raramente. Di Vittorio Arrigoni infatti ce ne sono pochi e quei pochi vengono spesso zittiti o comunque "filtrati" o, come nel suo caso, fanno una brutta fine. Quindi, quando si parla di Palestina si sente di bombe, terrorismo, attacchi dei soldati israeliani e altre azioni violente e atroci che pur non vanno ignorate, ma che ci fanno sentire distanti da una realtà che invece è come la nostra. Una realtà fatta di uomini, donne e bambini che hanno l'aspirazione e la tensione, come tutti noi, se pur tra tremende difficoltà, al vivere bene, e non solo al sopravvivere. A proporci questo lato umano e positivo del popolo palestinese rimane solo l'arte: la letteratura (se siete interessati andate a leggervi qualche poesia di Mahmoud Darwish), la pittura, la musica e, appunto, il cinema.
La trama di questo film racconta la storia di Miral (nome di un fiore che cresce nelle terre palestinesi), una ragazza che visse la sua giovinezza a cavallo dell'Intifada dell''87. Rimasta orfana di madre, fu accolta, cresciuta e istruita nell'"Istituto Dar Al Tifel", fondato da una donna palestinese, Hind, che durante il periodo dell' occupazione del '48, decise di aprire una scuola all' interno dei territori occupati (alias Israele) per accogliere i bambini rimasti orfani e dare loro un'istruzione, con il grande scopo finale di far sì che il suo popolo non crescesse nell'ignoranza, assolutamente convinta del fatto che tale ignoranza sarebbe diventata la più potente alleata del governo invasore israeliano. Con l'avvento dell' Intifada, Miral si trovò di fronte ad una difficilissima scelta: combattere al fianco dei rivoluzionari o continuare a proseguire il suo percorso di studi e pensare quindi al suo futuro...
Il film è assolutamente veritiero e non di parte e per questo, ovviamente, in Occidente fu definito un film "pro-Palestina", ricevette una marea di critiche e recensioni negative, e la sua uscita nelle sale scatenò un putiferio, tanto che, per esempio, il governo israeliano tentò, vanamente, di impedire la prima statunitense del film organizzata presso la sala dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite il 13 marzo 2011.
Al di là dei contenuti, anche da un  punto di vista puramente tecnico, secondo me, "Miral" è un film valido.
Il regista usa molto le inquadrature strette come i primi piani, le inquadrature di un oggetto o di un dettaglio, e così via, e questa è una scelta che, per il tipo di film che appunto vuole trasmettere sensazioni, emozioni e sentimenti di Miral e del suo popolo, secondo me, ci sta. Anche la scelta di "incastrare" nei momenti giusti alcune immagini reali dell'Intifada e di altri momenti importanti di questa terribile occupazione e di questo ignobile sterminio (che purtroppo continuano ancora oggi), secondo me, è azzeccata. Buona anche la recitazione, ma comunque, siamo sempre lì, la bellezza di questo film è data soprattutto dalla sceneggiatura.
Un film da vedere sia per la passione che abbiamo per la settima, sia per rendersi veramente conto di quale sia la situazione in quelle terre neanche troppo lontane.
Concludo con una nota personale. Dedico questa recensione al mio amico Samer e a tutti gli altri miei ex-compagni del "Comitato per la Vita del Popolo Palestinese". Anche se ho scelto di intraprendere altre strade, mi sento tutt'ora molto legato al vostro meraviglioso popolo e solidale con la vostra lotta e, dopo la visione di questa pellicola, ho tanti (altri) ricordi, pensieri e immagini nella testa che, per non dilungarmi troppo, riassumo in due parole: PALESTINA LIBERA!!!
(Ste Bubu)

3 commenti:

  1. Inizio questo commento con un doveroso ringraziamento a te Ste per avermi consigliato questa pellicola...a dir poco MERAVIGLIOSA!
    Un bellissimo film sulla difficile situazione della Palestina/Israele, sulle continue prevaricazioni, occupazioni di suolo e restrizioni delle libertà da parte degli israeliani sul popolo palestinese, e su come, con il coraggio, l'amore e l'altruismo si possano combattere l'odio e la guerra. Un grande messaggio di pace e di amore disinteressato.
    Commuovente ma non smielato...bellissimo..assolutamente consigliato!!!!

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  2. [da Agra] Film meno che mediocre, regia peggio che anonima, bensi' sbagliata; semantica delle scelte registiche dimenticata (zoomate ingiustificate e riprese a spalla ed effetti ottici sconclusionati). Attori non amalgamati, facce da Hollywood non abbastanza impolverate; sceneggiatura approssimativa come da buon film da largo consumo. Si salta con superficialita' da un palo alla frasca piu' lontana.
    Sequenza finale da risata; e si trattava di Palestina...
    Rimane solo il piacere di aver scoperto la storia di un'autentica donna speciale (non Miral); per questo grazie Bubu.

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  3. Minchia Depa!!! Mi avevi preannunciato che me lo avresti smontato dall'India, ma mai e poi mai mi sarei aspettato un giudizio così totalmente negativo...
    Il fatto che io sia legato molto più di te al messaggio che trasmette un film ormai è abbastanza evidente e, già solo per questo, cioè per come racconta bene e fedelmente la situazione passata e presente in Palestina (attraverso la vita della protagonista e trattasi per di più di un film autobiografico...), non potrei mai e poi mai definire "Miral" un film "meno che mediocre", ne definire la sceneggiatura "approssimativa".
    Per quel che riguarda il tuo giudizio altrettanto negativo sulla regia e sulla scelta delle inquadrature, prima di tutto andrò a cercare sul dizionario cosa cavolo vuol dire la parola "semantica" , dopo di che riguarderò (molto volentieri) questa pellicola con un occhio più critico per cercare di capire dove hai visto queste "zoomate ingiustificate e riprese a spalla ed effetti ottici sconclusionati", in modo da poterne discutere al tuo ritorno dall'Oriente.
    Infine, per quel che riguarda la sequenza finale che tu definisci "da risata"...boh?...questa non l'ho proprio capita...io non ci ho trovato nulla, ma veramente nulla da ridere...
    Ci vediamo quando torni!!! ...Ebbene sì, è una minaccia!!! :)
    Ste Bubu

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