Serata
di ricordi ad alta tensione in sala Ninna. Il film "Diaz" (2012) di Daniele
Vicari, classe 1967, racconta in un'ora e mezza abbondante di pellicola gli antefatti e le violenze all'interno di
quella scuola adibita a dormitorio per i manifestanti, e i seguenti arresti e torture nella
caserma di Bolzaneto, avvenuti durante il G8 di Genova del luglio 2001, e lo
spettatore, indipendentemente da quale sia il suo credo politico e
l'idea che si è fatto su questi eventi, di certo non può rimanere
impassibile.
"La
più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale
dopo la seconda guerra mondiale" recita la locandina del film e su
quest'affermazione non sono d'accordo. Gli avvenimenti della Diaz e in
generale delle manifestazioni di quel maledetto luglio del 2001,
per me sono stati una grande prova del fatto che la democrazia non
esiste o, se preferite, non funziona.
Stava
nascendo un movimento nuovo, forte, compatto, sano, basato su sani
principi, valori e ideali antichi un po' mantenuti e un po' adeguati ai
tempi e ai nuovi disvalori da combattere, ma tutto questo non è previsto in un sistema democratico per il
quale il più forte deve sempre avere la meglio sul più debole e la
maggioranza sulla minoranza, e allora giù manganellate, lacrimogeni e
spari per screditare, mortificare e reprimere questo nuovo movimento
minoritario, e per questo insignificante e di disturbo per il buon
funzionamento del sistema stesso. Magrissima consolazione il poter
affermare, a distanza di più dieci anni, vista la crisi
economica e di valori che da qualche anno dilaga in tutto il mondo:
"avevamo ragione noi!"
In
generale ho trovato questo film estremamente "giusto" e realistico.
Trasmette alla perfezione le sensazioni di rabbia, sgomento, paura,
terrore e incredulità che in quei giorni tutte la persone presenti hanno
provato, e che quei poveri ragazzi e ragazze che dormivano nella scuola
Diaz e che sono stati successivamente arrestati e portati alla caserma
di Bolzaneto hanno vissuto a dei livelli, in teoria, umanamente
impossibili da sopportare.
Nel
film documentario "Black Block" (recensione di un Depa in grande
spolvero) si ascoltano i racconti di alcune delle persone che hanno
subìto quelle violenze senza senso, mentre in "Diaz" si vedono
riprodotte fedelmente. Si narra la storia vista da tutte le prospettive:
manifestanti appartenenti a vari gruppi e di varie nazionalità,
giornalisti, poliziotti, politicanti e quello che ne esce è un mix di sensazioni di persone più o meno "normali", in una situazione che di "normale" non aveva nulla.
La
recitazione di alcuni interpreti è un po' scarsa, mentre non ho nulla
da rimproverare al regista se non il finale che avrei anticipato di
qualche minuto facendo lo scuro definitivo sull'immagine della ragazza
tedesca che, in lacrime e ancora tumefatta, saluta e manda un bacio da distante a sua madre, che scorge al
di fuori del cancello del carcere. In compenso le riproduzioni di tutti i
luoghi sono fedelissime e il racconto è sicuramente veritiero e, anche
se posso essere d'accordo con quelli che sostengono che doveva essere un
film più di denuncia nei confronti delle forze dell'ordine e dei
politici, io sono contento che sia uscito un film così perchè non vuole,
secondo me, essere di denuncia, ma "soltanto" un film di cronaca e
quella c'è tutta e, visto l'argomento, è già tanta roba... Sono stato
un po' meno contento del fatto che quando io, Depa ed Elena siamo andati
a vederlo al cinema, la sala fosse praticamente vuota! e per di più a
Genova!?
Questo è un film da vedere per non dimenticare!
Anche
se sono passati oramai più di undici anni e il sangue è stato pulito, il
ricordo di quei giorni deve essere sempre vivo in ognuno di noi perchè
quello che è successo allora non si ripeta mai più e perchè tutti noi
non dimentichiamo mai che, oggi come ieri, c'è sempre bisogno di
lottare per un mondo migliore basato su ideali di libertà, eguaglianza e
pari opportunità per tutti.
(Ste Bubu)
Crudo, reale e vincente...un film da brivido direi! Lo consiglierei comunque solo a chi ha lo stomaco duro ed un gran bel fegato, perchè il regista è stato perfettamente in grado di trasmettere le sensazioni dei personaggi...terrificanti!!! MAI DIMENTICARE.....
RispondiEliminaA.C.A.B.!!!!!
Verissimo, io guardo spesso film "duri" ma durante questo film sono dovuta uscire. Non sono riuscita a seguirlo tutto. Però il regista è stato molto pbravo a fondere le scene reali con il film, il risultato e di rabbia e disgusto, come deve essere.
RispondiEliminaSono d'accordo con la tua recensione e con i due commenti. In particolare, riguardo a quello di Veronica, ricordo il mio storcere il naso sulla scena "della bottiglia", cambiando idea poco dopo. In fin dei conti, quello è un abile "checkpoint", un furbo "segnalibro" cinematografico, da cui rifar partire le varie storie intrecciate. L'unico inconveniente (da qui il mio naso) è che quel rallenti espone il fianco ad un'interpretazione piuttosto miope: quella fu la scintilla.
RispondiEliminaNon fu né la causa né la scintilla (come i rappresentanti di PS, a tutti i livelli, vorrebbero farci credere).
Poiché le cause sono ben precise e altre e alte. Indicazioni ben precise, come ha scritto Bubu, su come comportarsi verso chi iniziò a gridare di aprire gli occhi e rialzare la schiena.
Poiché in quegli stessi momenti, in via Tolemaide, c'erano CC non identificabili (col casco) che lanciavano sassi raccolti dai binari sui manifestanti identificabili (senza casco).
Scritto ciò, e quant'altro si dovrebbe scrivere, bisogna dare atto a Procacci di avere avuto il "coraggio" (fiuto?) di cogliere l'occasione propizia (i tre film usciti nello stesso periodo) per rimuovere un po' della fastidiosa polvere che si stava posando su quelle drammatiche vicende.
Può essere fastidioso vedere "arzigogolare" attorno a quegli eventi (per es. l'ufficiale di PS che si pulisce la scarpa), ma la ragione di ciò sta solo nella freschezza delle nostre ferite, che mai si rimargineranno.
Concordo sull'infondatezza della frase sulla locandina, nonché sulla supponenza ad essa sottesa.
RispondiEliminaPaesi occidentali? E quindi? Da loro ci si aspetta di più. Eccovi serviti....