Metà ottobre, con l'Autunno la sala Uander ritorna ad assumere il ruolo che le spetta: tutti ai nastri di partenza per una stagione invernale 2012/2013 che auspichiamo all'altezza dell'ormai affermato (!) Cinerofum. Ieri sera, sul divano più comodo, un film che non lo è. "Happiness" è una pellicola del 1998, dello statunitense Todd Solondz, e colpisce per il fastidio e l'imbarazzo che può suscitare: ottimo risultato, un "grazie" a Mino per il suggerimento.
Non fatevi fregare dal titolo lieto e dai colori sgargianti, questo affresco dell'uomo medio della società media è tratteggiato con tinte cupe e tragiche, anche se smorzate qua e là da spiritose macchiette.
La pellicola è una sorta di provocazione che rimbalza su di noi spettatori e va a scagliarsi sulla società tutta, assediata dal suo inarrestabile "sessocentrismo". Ma a tratti riesce ad essere anche un'affettuosa dedica al banale e unico rapporto sessuale, così come al successivo e collaterale abbandono o alla tanto bistrattata frase "te lo sei fatto". Sì, sottotitolo "Nessuno da vicino è normale", quindi alla fine lo siamo tutti, con la nostra parte esposta alla luce e, dal lato opposta, la conseguente zona in ombra.
Film audace e intelligente sul senso e sul suo opposto, sull'ipocrisia (quelle maledette "" che tra le mani sembrano sbrigliare ogni cosa), la malattia e il fastidio. Tutti ingredienti di una società che dev'essere guardata, per quanto disgustosa (per chi poi?), dev'essere toccata, leccata anche!, a costo di baciare un cane che ha appena ripulito il seme di tuo figlio.
Scritto ciò, al mio ipotetico figlio lo farei vedere, eccome...
(depa)
ps: contrasti stridenti, la musichetta del videogioco dei bambini è indimenticabile!
"Nessuno da vicino è normale". Già.
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