Soziale Symphonie

Settimana proficua. Grazie al pacchetto pagato a “PrimeVideo” da altri, lunedì speso con Michael Haneke. Ancora col regista “austriaco ti Cermania” che, nel 1997, tantopercambiare riuscì a scioccare il suo pubblico. Violenza e dominio, le ultime guerre insegnano, procurano “Funny games” a schiere di genti prive di emozioni.
Barchetta su “Range Rover” e indovinelli di musica classica (nomi che allarmano Elena per i sottotitoli…): in pochi fotogrammi, la classe è fatta. Raffinate bellezze, perfette per il kontrapunkt voluto dal regista. Cortese tensione, con parenti di amici, o “il figlio di un socio…”, poco cambia. “Guten tag”, camicetta bianca stirata e pantaloncini all’inglese (permalosetto: “mendicare è umiliante”). Ma è un gioco (il n° 35 è “Il Figlio”), “perché no?”, prediletto da “nauseati dal mondo e dalla vita, angosciati dall’esistenza”. E noi su chi scommetteremo? Su aggressori o aggrediti? L'importante è partecipare.
Heavy horror, fisico e video, ma non c'è rewind per certe cose. Per Haneke si sia cauti nel distinguere realtà e finzione, tra le quali può nascondersi “ein alptraum” autentico e collettivo. Spegni il commento della TV, Cara società, e respira profondo.
Ben oltre il “7+ rated”…
(depa)

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