Donne vendetta

Coi suoi viaggi orrorifici Kaneto Shindô obbliga a guardare nell'abisso. Nel 1968, il capostipite dei J-Horror psicologici nipponici, raccontò di "Un gatto nero in un boschetto di bambù", "Kuroneko" per gli amici (a.k.a. "Black Cat"). Lo spirito della donna insorge contro il monopolio della violenza.
Canne non mosse dal vento, ma dalla brama di potere. Violenza sulle donne, figlierà vendetta. L'Onore dei bruti verrà smascherato. I corvi finiranno il lavoro. [E intanto nel nord del Giappone si combatte....] Il figlio-marito ritorna, da condottiero glorioso, trovandosi a combattere la (sua) Storia. I patti coi demoni vanno rispettati. Shige d'amore, con fanta-tradimento, tra gli "odiosi samurai": tutti morti, ché non esistono soldati d'onore, ma solo dollari d'ottone.
Regia magnetica, l'attenzione sempre focalizzata sullo schermo, Shindo era un narratore cinematografico formidabile.
(depa)

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