A tavola!

Western
che bluffano, anche. Come durante il mio primo incontro col regista statunitense Fielder Cook (1923-2003), pescato a tarda serata, nel quale ironia e amarezza si mescolano nel mazzo. Del 1966, "Posta grossa a Dodge City" (t.o., più centrato, "A Big Hand for a Little Girl") scherza col gioco, poggiando sul confortevole panno verde di un tavolo di interpreti esperti delle regole.
La "Warner Bros presents", da un cerchietto iniziale, questa folle partita in esterni. Possidenti dalle sfumature diverse si sfideranno, stavolta, a colpi di fiche. Il regista di Atlanta, scafato in sceneggiati TV, orchestra il ritmo e le riprese con sapienza. Permettendo, così, ai suoi player di sfoggiare la loro arte. Henry Fonda, astuto sornione, ci fregherà tutti. Kevin McCarthy (1914-2010), col suo glaciale savoir-faire, per primo. Ma chi ne uscirà, comunque, vincitore, è Jason Robards, strepitoso nella suo disumano egosimo.
Poker come metafora della cinica e famelica avidità di chi possiede molto. Un gioco di società, diciamo. Da non perdere per cogliere le sottili increspature dei caratteri e le intriganti movenze del regista.
(depa)

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